ore di lezione gli sono riservati. In Italia· ogni anno, almeno dalla .fine della guerra, il calendario scolastico è un ciclone, un terremoto di cui non è possibile prevedere nè l'inizio, nè il termine; o meglio, è uno di quei treniI).i locali di a'ltri tempi, « gamba de legn » li chiamavano i milanesi, che partivano e arrivavano quando potevano. Ogni anno il Ministro in carica assume solennemente di fronte all'intera nazione il lodevole impegno di far funzionare la scuola a pieno regime fin dal primo giorno di lezione (che di volta in volta· è il 1 °, il 7-8, il 15 ottobre). Ma il proposito del Ministro rimane un pio desiderio; in realtà la scuola procede a piè zoppo almeno per tutto ottobre, e magari per una buona metà di novembre. Tutta la buona volontà dei Provveditori, dei Presidi, delle Commissioni per le nomine degli incaricati non riesce a impedire che una notevolissima· percentuale di cattedre (in certi Istituti più del 50 per cento) rimanga scope1ta per un lungo periodo. u Tout se tient », una cosa condiziona l'altra : i Presidi non possono provvedere direttamente a nominare supplenti .fin dopo il 31 dicembre o dopo esaurite le graduatorie degli abilitati, ma i Provveçlitori e le Commissioni nel procedere alle nomine degli abilitati agli incarichi annui devono sempre stare sul chi va là, per via delle assegnazioni provvisorie di sede (comandi) concesse all'ultimo momento ai raccomandati di ferro. Altra causa della dic:;funzione: le iscrizioni, in progressivo forte aumento, si chiudono troppo tardi e al 1 ° ottobre non si sa· mai· quante nuove classi entreranno in funzione, donde un ristagno generale nelle nomine degli incaricati. Eppure il rimedio sarebbe facilissimo: i trasferimenti dovrebbero essere conclusi in un solo turno eQtro il 31 luglio, le assegnazioni provvisorie di sede (ridotte a pochissimi casi assolutamente eccezionali) entro il 31 agosto, le nomine degli incaricati annui entro il 20 o 25 di settembre; le iscrizioni entro il 20 settembre. Allora veramente la scuola potrebbe cominciare a funzionare a pieno regime fin dal 1 ° giorno di lezione e il Ministero avrebbe il diritto di pretenderlo. Giorni di lezioni. - Il calendario predisposto per il corrente anno scolastico 1960/61, anticipando l'apertura: al 1° ottobre, ritardando la chiusura al 15 giugno, operando tagli nelle vacanze natalizie, sembrava pieno di buone intenzioni e lasciava bene sperare. L'ItaHa come tutti sanno, contende alla Spagna il non invidiabile primato del minor numero di giorni di lezione e dei 4 mesi abbondanti di vacanze estive; in certi anni si sono appena superati i 170 giorni di effettiva lezione; l'anno scorso sono stati esattamente 188, ben contati dal 1 ° ottobre al 28 maggio termine delle lezioni. Quest'anno a norma di calendario, i giorni di lezione dovevano essere più di 200. Ma è facile prevedere che non saranno più di quelli dell'anno scorso, se non addirittura di meno; alcune infelici i10vità in fatto di vacanze hanno completamente annullato in partenza il beneficio che i non molti italiani pensosi della· loro scuola si ripromettevano dal prolungamento del periodo delle lezioni. Infatti dopo due soli giorni di lezioni, il 4 ottobre già si ebbe una vacanza <<nuova» la Festa di S. Francesco, Patrono d'Itaha: novità di 34 BrbliotecaGino Bianco
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