Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

lenza, ad affermarsi oltre i limiti del lecito. Noi non abbiamo più la· luminosa fede settecentesca, che nella società politica gli equilibri si ricompongano spontaneamente, per la stessa forza di armonia che reggeva l'universo fisico newtoniano. Ed è per questo che riconosciamo che i contrappesi vanno creati quando non esistono in natura; e che, una volta che siano stati creati vanno stimolati continuamente. Se alcuni gruppi di pressione, dunque, tendono ad asservire lo Stato e a' farsene uno strumento dei loro fini particolari, contrastanti a quelli generali, ciò dipende anche, ed anzi soprattutto, dal fatto che i meccanismi istituzionali presentano delle falle, hanno dei difetti, sono inadatti al loro compito storico. E mi sembra che il problema più difficile di un'indagine sui gruppi di pressione si ponga proprio a questo punto: al punto, cioè, in cui bisogna stabilire un criterio obiettivo per decidere se l'attività di questo o quel gruppo di pressione sia o nari sia più lecita. E non è un caso che tutti coloro che hanno risposto all'inchiesta promossa da cc Tempi Moderni » hanno indicato con sufficiente chiarezza quali erano, a' loro giudizio, i principali gruppi di pressione operanti in Italia, hanno affermato con sicurezza che certamente tali gruppi avevano molta influenza e bene spesso dannosa; ma nessuno, compreso chi scrive queste pagine ed i suoi amici di « Nord e Sud» (ed escluso il solo Luciano Gallino), ha tentato di indicare il modo di superare la difficoltà che s'è detta . • Ad ogni modo, e per fare ammenda del peccato di omissione commesso una volta, comincerò col dire che non mi sembra che il criterio obiettivo di cui abbiamo bisogno possa essere costituito dalla· clandestinità o dalla pubblicità dell'azione promossa dai gruppi di pressione. Innanzi tutto perchè se ogni gruppo di pressione volesse assumere le responsabilità· politiche che conseguono, più o meno direttamente, allo svoldimento di una certa campagna di opinione, avremmo un bel parlamento corporativo. E poi perchè si può perseguire alla « luce del sole» anche una pressione per la tutela di interessi che per definizione dobbiamo assumere come legittimi (gli interessi, ha scritto pertinenteménte Scalfari nell'intervento che abbiamo citato, « in uno Stato democratico sono tutti altrettanto legittimi »), ma che tuttavia' si può essere indotti da altre considerazioni a considerare illecita o nociva. La pubblicità dell'azione dei gruppi è necessaria e sarebbe bene che fosse fissata per legge: ma non è un criterio di discriminazione tra gruppi nocivi e benefici o semplicemente neutrali, ma soltanto una garanzia del rispetto, da parte dei gruppi in questione, di certe regole del gioco. 25 BibliotecaGino Bianco

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