Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

camente arretrato ». È vero, semmai, il contrario: poichè in uno Stato compiutamente democratico i partiti risponderanno perfettamente alla cla'Ssica definizione di Burke («un partito è un corpo di uomini uniti per promuovere congiuntamente gli interessi nazionali, fondati su alcuni principi particolari, su cui essi tutti s'accordano »), i partiti, cioè, tenderanno, come abbiamo già detto di sopra, ad essere omogenei all'intero corpo sociale e dunque proteggeranno debolmente gli interessi seziona-Ii, provocando, in conseguenza, la fuga di tali interessi verso altre forme di protezione; e insieme la società sarà estremamente differenziata, e ad ogni differenziazione corrisponderanno gruppi di pressione. La differenza tra i gruppi di pressione in un regime cc pienamente democratico » e quelli che agiscono in uno Stato politicamente arretrato (ma' tuttavia già democratico; perchè se non fosse così Scalfari considererebbe insieme fenomeni che vanno, invece, considerati separatamente) nc;m è data già dal numero dei gruppi stessi, ma, come vedremo, da altro. Pure, il riconoscimento che i gruppi di pressione appartengono alla fisiologia del regimi democratici e che nessuna qualificazione di illecito può accompagnarli aprioristicamente (una conclusione cui giunge la maggioranza di coloro che sono intervenuti al dibattito di «Tempi Moderni n e tutti gli studiosi di scienza politica degni ·del nome: il che è certamente a·ssai significativo); quel riconoscimento non significa affatto che si escluda che in certe condizioni il fenomeno da fisiologico possa diventare patologico. Può accadere, infatti, che alcuni gruppi di pressione riescano a far trionfare i loro punti di vista particolari in modo da nuocere positivamente all'interesse generale, che essi riescano a ridurre certi organi dello Stato a meri esecutori delle loro volontà, falsando in questo modo il funzionamento di tutti i meccanismi dello Stato democratico. Allora lo Stato stesso non è più garante, ma parte, non può più esercitare quella mediazione tra i differenti interessi di tutto il corpo sociale, di cui 'parlava Roosevelt nel suo discorso alf Associazione dei banchieri di New York, ma diventa espressione di alcuni interessi soltanto; e si viene a creare una frattura tra esso e la maggioranza dei cittadini, e si dà l'avvio ad un processo di dissoluzione delle istituzioni, che può anche essere irreparabile. Ma qui bisognerebbe avere il coraggio di fare un altro passo avanti e mettere da parte la falsa idea che tutto ciò sia colpa soltanto degli individui che stanno dietro i gruppi di pressione. La dinamica del potere è quella che è, e bisogna prenderne atto senza sentimentalismi, realisticamente. Ed è nella· logica di questa dinamica che il potere tenda sempre a prevaricare, a fare vio24 BibliotecaGino Bianco

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