Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

al dinamismo delle istituzioni, alla aderenza tra paese reale e paese legale, e recando in ultima analisi un contributo alla solidità delle istituzioni liberali, e quindi alla libertà stessa, ormai non più concepibile come valore astratto, fuori di un sistema di validi istituti e di operanti garanzie )). E qui dobbiamo ricordare ancora una· volta la diagnosi tocquevilliana delle società democratiche. L'insidia del dispotismo, scriveva • Tocqueville, è al principio e alla fine della rivoluzione democratica: al principio, perchè nella sua forma· originaria, questa rivoluzione è una rivendicazione di uguaglianza nella libertà; alla fine, perchè la spinta livellatrice reca implicita in sè una potenza isolatrice ed atomizzante, in forza· della quale l'individuo dimentica gli avi e non vede i figliuoli, diventa ignaro del passato e dell'avvenire e si trasforma da « animale politico » in un~ chiusa monade, ed è, perciò, assai più esposto che in altre epoche alle prevaricazioni del potere. Il pericolo è, dunque, quello di una contrapposizione, senza intermediarii, di individui isolati ed inermi e di un potere statuale tanto più on11ipotente quanto più gli individui stessi sono deboli. E pareva a Tocqueville, come sembra a noi a più di un secolo di distanza, che i rimedii ai mali dell'uguaglia11za fossero da trovare nella libertà politica, intesa nel senso più ampio del termine e in primo luogo nella libertà di associazione. cc È chiaro - si legge nella seconda parte della Démocratie en Améri,que - che se ogni cittadino, a misura che diventa individualmente n1eno capace di difendere isola·- tamente la sua libertà non imparasse l'arte di unirsi ai suoi simili per difenderla, la tirannide crescerebbe, necessaria1nente, di pa1·i passo con l'uguaglianza... Tra le leggi che reggono le società umane ve n'è una che sembra più precisa e più chiara di tutte le altre: perchè gli uomini restino civili o lo divengano è necessario che tra· loro lo spirito di associazione si sviluppi e si perfezioni contemporaneamente ai progressi della tendenza egualitaria >). L'importanza dei partiti come istituzioni fondamentali ed in,dispensabili di un libero regime democratico deriva' anche da ciò: poicl1è nella società contemporanea essi adempiono anche alla funzione di cor1Ji intermedii e di forze controbilancianti, a cui, in altre epoche, ade1npieva110 le aristocrazie. E questa funzione svolgono o possono svolgere, oltre i partiti, anche altre organizzazioni, e perfino quelle che si è convenuto di distinguere da tutte le altre col nome di gruppi di pressione. Per questo mi sembra inesatta l'affermazione di Eugenio Scalfari ( « Tempi Moderni », luglio-settembre 1960), che in « uno Stato dove la democrazia sia stata piename11te realizz~ta i gruppi di pressione saranno di solito meno numerosi che non in uno stato politi28 Bibliotecaginobianco

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