Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

nologia dei gruppi di pressione nella società contemporanea. La teoria di Bentley resta una sorta di prologo in cielo, arnmesso il quale bisognerà non solo studiare l'importanza del contesto istituizionale e la funzione che esso esercita nel determinare o anche solo nell'influenzare la dinamica dei vari gruppi (poichè è evidente che esso non è solo una sorta di schermo bianco su cui questi disegnano i loro arabeschi in assoluta libertà); ma anche distinguere tra loro i vari tipi di gruppi, secondo i valori che essi rapprese11tano e secondo il loro processo di formazione e il posto che vogliono occupare ed occupano nel quadro complessivo. Ora, se si guarda alle trasformazioni che hanno condotto all'attuale assetto politico-sociale, mi pare cl1e non sia difficile intendere come e perchè si siano formati gruppi di pressione sostanzialme11te diversi da quelli che erano tipici del secolo scorso. Ancora una volta si devono prendere le mosse dall'affacciarsi delle masse nella vita politica e dalla continua estensione del suffragio, cl1e era causa e conseguenza, insieme, di quel fenomeno, nei decenni a cavaliere tra i due secoli. Questi avvenimenti hanno poderosamente contribuito a mutare la fisionomia dei partiti politici, che si sono trasformati da movimenti di opinione in movimenti di massa, e li hanno costretti a sforzarsi di essere rappresentativi non più di alcuni interessi soltanto, ma degli interessi generali di tutto il corpo sociale. E qt1ando i partiti tendono a diventare il più possibile omogenei a quest'ultimo, a rappresentarne tutti i molteplici e sovente contrasta11ti strati della società, devono di necessità offrire una mediazione pregiudiziale dei contrasti interni al corpo sociale medesimo: il che vuol dire cl1e saranno essi stessi ad esercitare quella fl1nzione che prima era esercitata dai parlamenti e dagli organi dello Stato. Ma ciò cl1e è giocoforza accettare dallo Stato, si può anche non accettare o tentare di non accettare quando venga dai partiti politici. Da ciò, appunto, deriva che individui e gruppi, se11tendosi troppo debolmente protetti dai partiti tradizionali, pur senza rinunciare all~influenza che possono esercitare nei partiti e attraverso i partiti, pensino ad esercitarne un'altra, più diretta, sugli organi dello Stato, sia politici che ammi11istrativi, in modo da migliorare a loro favore, in seconda istanza, quella mediazione già compit1ta da un partito, e che ritengono, a torto o a ragione, sfavorevole ed ingiusta. A questo modo lo Stato finisce con l'essere investito, come usa dire, dai gruppi, indirettamente attraverso i partiti che concorrono a formare le grandi decisioni politiche, e direttamente, nei suoi organi: legislativo ed esecutivo;> si abbia 20 Bibliotecaginobianco

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