che e.gli qualifica negativamente, sono assimilabili « a quelli che negli Stati Uniti vengono identificati sotto il nome di lobbies » mostra di ignorare che negli Stati Uniti i lobbies agiscono allo scope1to, e che la loro azione è regolata dal Federal Lobbying Act, e che pertanto anche qui viene meno quella caratteristica di clandestinità, che dovrebbe essere lo spartiacque tra i gruppi di pressione leciti e quelli illeciti. Che poi il Federal Lobbying Act abbia dato risultati meno buoni di quelli che si prevedevano è un fatto degno di essere meditato; ma è anche un discorso tutto diverso. Ogni tentativo di corretta· intelligenza dei gruppi di pressione, dunque, deve muovere, oltre che dalla consapevolezza delle profonde diversità esistenti tra la nostra società politica e qt1ella di cinquant'anni fa e tra la dinamica del potere nelle società democratiche e quella propria delle società totalitarie, dal rifiuto di ogni pregiudizio moralistico e da uno sforzo di definizione puntuale del fenomeno. Ed è appunto questa esigenza di una definizione precisa che rende inaccettabile, co1ne troppo generale e poco conducente nel nostro caso particolare, la dottrina dei gruppi formulata da Arthur Bentley, nella sua famosa opera, The Process of Government, del 1908, e ripresa assai recentemente, negli anni '50, da David B. Truman, in un libro molto noto e molto discusso: The Government Process. Bentley riteneva che si dovesse distinguere tra diversi livelli della realtà politica: la struttura istituzionale formale, l'azione degli individui organizzata all'interno di tali strutture, ed un livello più profondo, nella società stessa. Tutto il processo politico derivava, a suo giudizio, dall'interazione delle forze che si agitavano a questo livello più profondo, dei gruppj che costituivano, per così dire, i segmenti della società: i fenomeni di governo, egli pensava, sono fenomeni di gruppi cl1e si premono l'un l'altro, che si formano, · addirittura, attraverso tale interazione, e che creano, a loro volta, nuovi gruppi e rappresentanti di gruppi (gli organi di governo), per fare opera di mediazione e di accordo. Solo quando noi isoliamo queste attività di gruppo, determiniamo i valori che esse rappresentano e jntendiamo l'intero processo nei termini di una tale considerazione, solo in questo caso ci avviciniamo ad una conoscenza soddisfacente del processo politico » • Tutto ciò poteva essere utile nei primi anni del secolo per ric4iamare l'attenzione degli studiosi di scienza politica dalla considerazione degli aspetti 1neramente formali del processo politico ad una considerazione più relaistica e concreta del modo di formazione delle decisioni; ma non ci fa avanzare molto nella costruzione di una fenome19 Bibliotecaginobianco
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