zione, e finisce ad un certo punto con l'alienarsi 1~ simpa,tie non solo della classe colta, ma di tutti i ceti. Si determina quindi uno stato di malcontento, che si manifesta nel 1848 e nel 1860, non appena si allentano i vincoli del- !' assolutismo, distruggendo le capacità di resistenza del Regno borbonico. La presentazione della struttura sociale del Regno è lucida e articolata; l'Autore segue lo svolgimento dei fenomeni sociali, li inquadra nella realtà storica e geografica, esamina l'azione esercitata dalla politica del Governo, in modo che dalla lettura del volume si ricava una precisa visione della formazione e dello sviluppo delle varie classi prima del 1860. Tuttavia non ci sembra che si possa parlare di una complessa struttura delle nuove classi sociali e di ragioni profonde, complesse e varie di opposizione ai Borboni. L'unica classe forte, e consapevole delle proprie aspirazioni, proprio dalla puntuale ed obiettiva trattazione del Demarco, appare la borghesia fondiaria. Alla borghesia industriale e commerciale non si può dare una precisa fisionomia, malgrado il risveglio economico, che avviene però sotto l'egida del protezionismo statale. Dell'esistenza di un ceto industriale moderno si potrà parlare forse quando il Demarco, in altra parte dell'opera, preciserà il ruolo avuto dagli industriali e capitalisti stranieri nello sviluppo dell'economia meridionale, il modo in cui si forma il capitale industriale, l'attività svolta da uomini d'affari napoletani. Ma se si giungerà a dimostrare la esistenza di una classe industriale agguerrita e dinamica, cosa non probabile, sorgerà il problema di giustificare la crisi dell'industria meridionale dopo il 1860. Anche la tumultuosa agitazione di contadini ed operai non ha importanza determinante: la lotta per la conquista della terra ha origini lontane e se solo nel 1860 essa contribuisce a mettere in crisi lo stato, ciò avviene perchè lo stato non è più sostenuto dalla borghesia ed è quindi incapace di difendersi. La mancata armonizzazione degli interessi delle varie classi senza dubbio indebolisce il Regno borbonico, ma ciò che ne determina la fine è il distacco della borghesia, che infatti, ritornata sostegno del governo nello Stato unitario, soffocherà ancora una volta la disordinata ribellione dei contadini. I problemi affrontati in questo primo volume non possono quindi essere compiutamente risolti senza la conoscenza degli altri aspetti della vita economico-sociale del Regno; non resta che augurarsi il rapido completamento dell'opera, la quale, per la profondità di trattazione che l'Autore si propone, sarà certamente preziosa per la conoscenza della vita del Mezzogiorno prima dell'Unità. [A. S.] (Hanno collaborato alla Cronaca libraria: Vittorio Frosini Arnaldo Venditti . , , Renato De Fusco, Raffaello Franchini, Alfonso Scirocco, Nicola Tranfaglia). Dir. Resp.: F. Compagna · Segr. Red.: R. Cappa - Stampa: L'Arte Tipografica, S. Biagio dei librai, 39 Napoli Spedizione in abbonamento postale, Gruppo III - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Napoli N. 1324, 26 gennaio 1960 • PrintP.d in Italy - Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artisti<'a riserYati. ! manoscritti anche non pubblicati noo si restituiscono. Bibliotecaginobianco
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