Ora è facile intendere che una regola, non potendo ammettere tante eccezioni (tutta o parte dell'attività degli architetti migliori), non è valida, o non basta da sola, a spiegare il complesso fenomeno culturale ed artistico dell'architettura moderna. È cert~mente possibile studiare il movimento moderno come storia dei fatti pratici, la produzione e·dilizia in relazione ai fenomeni produttivi, l'urbanistica secondo le vicende politiche ecc. Ma questi studi, di indubbio interesse, avranno comunque un carattere settoriale. Se si vuole parlare del fenomeno :architettonico nei suoi caratteri generali, è impossibile, a nostro avviso, prescindere dalla storia artistica dell'architettura. Infatti la storia del1' arte comprende quella dei fatti pratici, mentre non si verifica il contrario. Inoltre fra architettura ed edilizia esiste lo stesso rapporto che tra cause ed effetti, infine per valutare l'opera dei protagonisti del movimento moderno è necessario considerare tanti casi particolari, tante individualità creative, tante opere espressive ecc., ossia è necessario un giudizio storico-critico che è proprio della storia dell'arte. Il rifiuto di Benevolo per un tale indirizzo di metodo è così espresso nella premessa del suo libro: « Si può seguire l'antico filo conduttore, e continuare a fare la storia dell'architettura del tardo '700 e dell'800 sulla falsariga della storia precedente - come si fa di solito nei manuali generali - utilizzando le mutazioni del repertorio formale per distinguere artisti, scuole, periodi; si può così, dopo il barocco, parlare del neoclassicismo, del neogotico, dell'eclettismo e cosi via. Ma ad un certo punto si vede che l'attività di cui si parla copre solo una piccola parte della produzione e degli interessi culturali contemporanei, che i suoi legami con la società si sono allentati, e che i nuovi problemi, sorti lontano dal solco tradizionale sono venuti in . . primo piano ». Non v'è dubbio che questo modo di intendere la storia dell'architettura è inadatto agli interessi culturali contemporanei; ciò perchè tale modo non è la storia dell'architettura o lo è solo nel senso dei manuali del Melani nel1' edizione Hoepli. La legittima e diffusa esigenza espressa da Benevolo ( cc occorre... allargare il campo di osservazione e prendere direttamente in esame molti fatti tecnici, sociali, economici... anche se al principio non è subito evidente la loro connessione con l'architettura ») non .è affatto contraria, ma anzi è, o dovrebbe essere, alla base di ogni seria ricerca di storia dell'arte. Un altro aspetto singolare della posizione di Benevolo riguarda il rapporto fra presente e passato. Egli, a proposito dell'attuale e più diffuso orientamento critico italiano, osserva: « Il dibattito si sposta... inavvertitamente, nei vecchi termini culturali e la storia dell'architettura moderna appare allineata con quella dell'architettura antica come una successione ininterrotta di indirizzi formali, che si soppiantano tra loro all'infinito. Già nel '48 Zevi compie questo passo, deducendo dall'indirizzo organico un' cc interpretazione spaziale dell'architettura » e descrivendo cc le diverse età dello spazio », cioè precisando definitivamente in termini di critica d'arte tutti i passaggi della storia architettonica moderna. Oltre all'interpretazione spaziale, e a parte gli eventuali errori formali121 Bibliotecaginobianco
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