Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

del Beguinot appare articolato con estremo rigore metodologico: poichè, rifacendosi alle argomentazioni formulate già d~ alcuni anni nel corso dei dibattiti sui problemi dell'ambiente, in scritti e convegni nazionali, esso vuole rappresentare una esemplificazione relativa ad un complesso territoriale in cui gli insediamenti siano legati da reciproci rapporti, cioè interdipendenti. La constatata omogeneità del Cilento, in cui cc mancano del tutto episodi urbani con carattere di egemonia, e dove... il complesso degli scambi e dei rapporti risulta, in sostanza, equilibrato », consente all' A. di scegliere un « elemento della serie», cioè un Comune in cui appaia espressa tutta la gamma dei fattori caratterizzanti: il comune di Pollica, con quattro nuclei montani (Celso, Caldo, Cannicchio e Pollica, il capoluogo) e due sulla costa (Acciaroli e Pioppi), questi ultimi di formazione più recente, viene esaminato sotto i diversi aspetti, paesistici, storici, urbanistico-topografici, economici, sociali, ecc., al fine di stabilire, attraverso piani regolatori e paesistici insieme, una valida garanzia a che lo sviluppo futuro - da promuovere per i centri montani, appena agli inizi in quelli costieri - non pregiudichi i fattori positivi dell'ambiente, ma_ tenda ad annullare ogni negatività. La realtà cilentana è tale che, non soltanto esiste qui una decisa frattura tra la regione e quelle limitrofe, con l'evidente squilibrio che ne deriva, e che favorisce i consueti fenomeni di migrazione interna, invecchiamento demografico, e svuotamento dei nuclei abitati, ma anche la gravosa eredità del feudalesimo parassitario, vivo fino ad ieri (allorchè quello aristocratico si trasformò in borghese); in altri termini il Cilento non è altro - come lo stesso Beguinot osserva - che ((un aspetto della questione meridionale (p. 22), che sin dalla costituzione del Regno d'Italia è stata, tra l'altro, oggetto di numerose inchieste parlamentari ... » : con tutti i problemi connessi (minore reattività agli investimenti economici, scarsezza delle risorse produttive naturali, bassissimo- reddito agricolo, povertà delle strutture urbane, scarsezza delle attrezzature in genere, e delle strade in particolare, ecc. ecc.), cui si aggiunge la tendenza della popolazione a vivere in nuclei concentrati e distanti. fra loro (eredità del brigantaggio, già da circa un secolo totalmente debellato). Va infine sottolineata in particolare l'esigenza, formulata dall' A., di avviare un riordinamento progressivo della struttura fondiaria, oggi polverizzata, ma nei confronti della quale può produrre utili effetti l'emigrazione contadina provocando un decongestionamento demografico e quindi la possibilità di creare unità aziendali sufficienti per famiglie di piccoli coltivatori diretti. Nello stesso tempo, si devono orientare in modo che non si determinino squilibri, manomissioni o alterazioni ambientali (con le conseguenti offese paesistiche) quelle iniziative turistiche che, gradualmente, anche se a caso, vanno sorgendo qua e là, soprattutto ad Agropoli, Palinuro, Acciaroli, e nei centri, non facenti parte amministrativamente del CHento, ma che rientrano nel suo insieme, di Sapri e Maratea. La serietà dello studio, che evita ogni compiacimento di maniera turistica o pseudoletteraria, per fissare la nuda realtà di una zona depressa al fine di migliorarla ed inserirla nell'economia italiana, fa sì che il contributo del Beguinot giova a diffondere l'interesse per tali ricerche in un sempre 118 Bibliotecaginobianco

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