gambe stroncate. Che il cle1o sia tuttav,ia più conservatore che propria1nente clericale è dimostrato dal fatto che la denuncia del ricatto e della minaccia che incombe su tutti è impopolare. Hans Hinterhiiusen in un suo bel libro la1nenta infatti l'assenza nei paesi di lingua tedesca di gruppi sensibili a quella che è la tendenza etico-politica dei radical,i ital,iani. E ciò si spiega con la particolare disposizione dei tedeschi di questi anni a dimenticare i proble1ni della moralità e della libertà per quelli del benessere. Queste considerazioni sui tedeschi non hanno valore di assoltitismo per gli ital,iani dell'Alto Adige, anche se è co1nprensibile in questi l'accentuazione delle più stupide, ridicole e arcaiche caratteristiche regionali, quasi per ri·nsaldare una precarietà anche culturale, davanti alla necessità di un'esperienza umana e linguistica ettropea. Il fascismo come espressio·ne politica di difesa nazionale, e l'affermazione isterica di forme comportamentali indecifrabili arretrate e asociali hanno reso pùì acuta la tensione tra i gruppi etnici, per cui occorre dissipare le pregiudiziali verso i meridionali prima di avere la mininia aHtentica comunicazione con il sudtirolese medio. Qu,esti atteggiamenti hanno portato l'Alto Adige al punto in cui è, col contributo dell'opportunismo cinico dei cattolici di Innsbriick e l'inettitudine dei democristiani trentini. Se nell'Alto Adige c'è anche il razzismo, il clero ne è responsabile: sono tutti proprietà della Curia di Bressarione i giornali d.i lingua tedesca che nutrono l'avversione verso gli itaUani. Ma il razzismo, per fortuna, è aberrazione di pochi, che potrebbero essere liquidati politicamente non appen,a il clero si ricordasse di appa1tenere a una religione cristiana. Quarito all'equazione tra bH,rocrazia meridionale e fascismo, accetto il Suo dissenso. Con quell'identità, intendevo alludere alla naturalezza con cui viene accettato il fascismo, pur dopo la sua liq-uidazione storica, da larghissimi settori burocratici di origine meridionale. Chi non ha avuto rispetto e dignita da regimi borbonici tende a procurarsi trist-i compensi non appena si trovi in condizione propizia. Non occorrono esemplificazioni di un meccanismo psicologico così noto. Il nostro dissenso, caro Direttore, è solo apparente: ad una mia nota di natura sentimentale, Lei ha fatto seguire un discorso politico, che io sostanzialmente condivido. Il guaio è che il suo discorso, così salutare e giusto, non trova forze che gli diano efficacia interlocutoria. Con viva cordialità ENNIO SCALET Brunico (Bolzano), 31 marzo 1961 106 Bibliotecaginobianco
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