Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

di un nuovo linguaggio plastico che meglio vorrebbe conoscere. Per gli altri, nel paesino calabrese, il mondo moderno si presenta come miraggio di cose concrete da conseguire: il motoscooter, il televisore, l'elettrodomestico, l'utilitaria. Il mon·do moderno lo si richiede come presenza in atto. Non lo si desidera negli oggetti che cc lo rappresentano», che cc lo giudicano », come potrebbe essere un quadro, una scultura, • una musica. Nelle due situazioni il diverso livello storico-sociale comporta una diversa richiesta: pratica o ct1lturale. A questo punto è però essenziale osservare che ove l'arte moderna con la sua funzione evolutiva di carattere sociale manchi nel paesino calabrese, poco male: almeno in un primo tempo. Ma se essa non opera in una città come Napoli, assunta a un rango metropolitano moderno, allora si crea un vuoto. Il vuoto tra la concretezza della sitt1azione sociale che opera nei riguardi di tutti gli abitanti a un livello evoluto, e la mancar1za di una situazione ct1lturale che rispecchi tale livello sociale, e quindi mentale, raggit1nto. Così, tanto per fare un esempio, mentre la situazione artistica della città è ferma al livello della scuola posillipea del tardo Ottocento, oppure a certo Impressionismo di seconda e di prima mano - espressioni ideologiche, si badi, collegate a livelli storico-sociali sorpassati - la situazione generale della città è qt1ella del 1961, con tt1tti i suoi problemi urbanistici, economici, sociali, psicologici, legati a t1na dimensione propria di una metropoli in evoluzione. Da ciò, esce una frattura tra livello della società e livello della cultura. La cultura vecchia, mantenuta fìttizialmente in serra, appassisce e muore senza dar frutti. La cultura nuova non arriva, e così le coscienze rimangono a stadi mentali e a percezioni della vita nettamente superate dal corso stesso dell'esistenza. Il risultato di questa frattura appare ovvio: una incapacità del Sud ad inserirsi, con proposizioni originali, nella dialettica della storia europea degli ultimi anni. Rimanendo così rimorchiato, senza quella at1tonomia di intelligenze, e creatività di produzioni, che lo risolleverebbero a una condizione di maturità. Il desiderio del Ministro della Pubblica Istrt1zione, sen. Bosco, di operare a favore della cultura nel Sud, è dunque assai apprezzabile e da aiutare. Ma a patto che per la cultura si inten-da quella somma di fermenti che nascono dalla realtà per mutarla, e non quell'orpello di cognizioni con cui si ammanta vanamente la propria impotenza a crea100 Bibliotecaginobianco

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