Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

prendendo i motivi che erano già stati di uri Rocco de Zerbi-3?, A; L. (A. Libretti?) poteva stendere la sua nota economica su Il ravvicinamento colla Francia e i nostri interessi, parlando di. « singolare posizione vantaggiosa » in cui veniva a trovarsi l'Italia, amica dei due blocchi rivali: « Il giorno in cui al di qua e al di là della Manica si cominciò a parlare di una intesa fondata' sulla tutela degli interessi d.ell'un paese e dell'altro [cioè della Francia e dell'Inghilterra] l'amicizia dell'Italia per la Francia faceva' un altro lunghissimo passo. Le tre potenze più forti del Mediterraneo si univano per assicurare l'equilibrio del mare contestato nel loro reciproco interesse. Francia ed Inghilterra perseguivano un unico scopo: l'isolamento della Germania, noi tenta'- vamo nuovi accorgimenti per riparare ai danni del passato ed acquistare movimenti meno impacciati di fronte all'estero. L'Italia non ha1 ancora completato il suo disegno. Volgono per lei, non tanto per la vi1tù sua quanto per specialissime condizioni in cui versa l'Europa, tempi favorevoli. Le è concesso infatti legarsi all'Inghilterra, e alla Francia e 1nantenersi ferma nell'amicizia con una almeno delle nazioni alleate. Essa ha ora il preciso dovere, al cospetto della storia' e per il suo interesse, di sfruttare questa sua singolare posizione vantaggiosa » 31 . Né si trattava solo di interessi economici, che spingevano il gruppo de « Il Regno n ad accettare il gra·duale distacco dalla Triplice. Esso vedeva bene il conflitto in atto tra Italia e Austria per i Balcani, tanto da avvertirlo sin dall'aprile, con un articolo di Edmondo Pecchioli 32 : « se v'è questione che interessi l'Italia nostra, è certamente 30 « ••• c'è stato un tempo che la massima parte de' nostri cari fratelli d' oltr' alpe ci avrebbe tanto volentieri fatti saltare in aria minando magari le basi subacquee della penisola. Circa poi la gratitudine per il '59, non sappiamo se fosse più una prova della necessità di inimicizia e di antagonismo tra Italia e Francia, il fatto che gli Italianj dimenticarono di essere stati beneficiati, e il fatto che i Francesi dimenticarono d'esserne i benefattori. Certo questi ultimi patirono una specie di delusione, perché ritenevano che gratitudine volesse e dovesse significare per la minor sorella latina sudditanza, e non fu così. E si pentirono di averci liberati, sin da quando si accorsero di non ci poter dominare. Non clienti, non sudditi moralmente, ma ostili e legati ad alleanze ostili, o sospettate di ostilità: qual prova più chiara che noi sin da principio dall'istinto della nostra nuova vita nazionale eravamo diretti contro la Francia? » : E. CORRADINI, Dall'italianismo al latinismo, cit. 31 Cfr. A. L., Il ravvicinamento della Francia e i nostri interessi, in « Il Regno », I, n. 23, 1 ° maggio 1904. - .. 32 E. PEccÉ:roLI, La politica dell'Italia nella questione d~Oriente, in « Il Regno », I, n. 20, 10 aprile 1904. 90 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==