secondo la sua missione ... Egli vide che l'Italia aveva bisogno anzitutto di sicurezza. La Triplice offriva la sicurezza all' èsterno, l'espansionismo prometteva la sicurezza interna, procurando l'entusiasmo dinastico e militare, contravveleno eccellente contro lo spirito sovversivo, e potendo permettere in seguito una esportazione di uomini e di merci favorevole all'economia nazionale. Il popolo ha bisogno di essere eccitato e di essere nutrito: e l'espansionismo può servire all'una e all'altra cosa. Quando sia fatto bene, s'intende. Ma è stolto accusare Crispi perché l'impresa africana non ebbe riuscita felice. Non fu Crispi che scelse il luogo né ft1 Crispi che volle ritirarsi e piegare. La guerra del 95-96 andò male perché tanto la piazza che il parlamento frammisero indugi, restrizioni e timori. Andò male non a causa di Crispi, bensì malgrado Crispi. Egli aveva sognato per l'Italia la parte di grande potenza che contasse nel mondo non perché amica di tutti, ma perché nemica di qualcheduno, ché i nemici son tenuti in più conto degli amici. Egli aveva sognato per il Re d'Italia la corona d'imperatore d'Etiopia e di stendere il nostro dominio in quell'Africa che dominarono i padri Romani. Egli aveva sognato di essere il ministro grande di una Italia grande, il pilota dall'occhio di lince e dal pugno di ferro che conducesse il suo popolo verso più alti destini ... Egli dette alla nostra prima giovinezza lo spettacolo dell'uomo che governa nel pieno senso della parola, cioè che inizia, che fa e che vuole, che non si lascia impaurire o suggestionare .dalla folla, che non conosce compassione nei momenti delle tragiche necessità, e impone la sua visione di veggente alla mandria dalla corta vista ... » 19 • Vi è, in questo panegirico, tutto il programma politico dei giovani nazional-imperialisti fiorentini, sin nei suoi primi accenti di romanità, che daranno sempre più, coll'andare del tempo, quel riferimento al passato, tanto più necessario per loro che rifiutavano le più vere e recenti origini dell'Italia moderna 20 • Perché è vero che il Crispi è considerato cc l'ultimo » statista di un'età cc eroica », ma a ben guardare vi è già qui espresso in tutte lettere qt1el rivolgimento del concetto crispino della rivoluzione nazionale nell'altro corradiniano della « nal9 LA RrvisTA, Crispi, in ,e Il Regno n, I, n. 27, 29 maggio 1904. 20 Si veda come il mito della romanità esplodesse virulento dalle colonne della rivista, nell'articolo di PIER Lonovico OCCHINI, Ara pacis augustae, dedicato agli scavi archeologici per la ricostruzione dell'ara. Qui appare già l'idealizzazione d ella « età gloriosa dell'Urbe n, e la contrapposizione tra cc questa Italietta pezzente » e la « Città Romulea ». Cfr. « Il Regno », I, n. 25, 15 maggio 1904. ibliotecaginobianco
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