di un fanciullo, tanto più delicato dell' orga11ismo di un adulto e bisognoso, perciò, delle maggiori cure. La pioggia delle leggi e dei regolamenti per ·1a così detta difesa dei lavoratori, mentre inceppa la produzione, abitua i lavoratori ad una tutela snervante, che corrode le iniziative e fa più tarda l'evoluzione dei lavoratori stessi verso una loro economia più avanzata e più feconda » 17 • L' cc antisocialismo » de cc Il Regno » può fare davvero, nella storia del giornalismo d'anteguerra, il JJéndant de « L'Avanguardia Socialista », il giornale milanese della sinistra socialista (soprattutto dei giovani socialisti), anima del primo sciopero generale in Italia, nel settembre 1904. In ambedue i periodici è l'asprezza dei termi11i della lotta politica che colpisce. Nel raffronto, risalta vieppiù l'abisso profondo che stava scavandosi al di fuori della lotta parla1nentare, nel seno del paese. Del resto, in ambedue i fogli, l'antiparlamentarismo era della medesima sostanza, pur assumendo toni e motivi diversi. Ne « L'Avanguardia ,, esso si presentava quale recisa opposizione di classe (unica azione politica era la resistenza sindacale, sino allo sciopero generale rivoluzionario), che estraniava dal gioco democratico le masse operaie, estenuandole in una lotta impari, senza poter propon·e, in caso di insuccesso, alcuna valida alternativa. Ne « Il Regno » esso assumeva accenti di rivolta diametralmente opposti, nell'accusa di debolezza del sistema nei confronti dell'avanzata socialista. Ma restava sempre, da ambedue le parti, il discredito delle istituzioni, la spinta non già verso la composizione del dissidio, ma verso lo scontro, verso l'urto aperto. « Il feticcio del parlamento - scriveva Prezzolini - insieme con molti altri suoi fratelli della mitologia democratica cadrà un bel giorno, come una grande statua di creta, che lambita da poca acqua alla base, invasa di poco in poco da cima a fondo, freme, si fend~, si sfascia e crolla in un alto mucchio informe di fango. Noi vorremmo affrettare quel giorno, che sarà segnato fra i fausti dell'Italia. Nessuna più grande liberazione oso sognare per ora alla mia patria; e nessuna più grande conquista. le auguro che quella della coscienza del male parlamentare. Questo feticcio fu un dio d'importazione straniera, che attaccammo al collo della nazionè per evitarle le disgrazie degli arbitri individuali ... • 18 • 17 Il professionismo sociale, in « Il Regno », I, n. 5, 27 dicembre 1903. Ma si veda ancora Nazionalismo primitivo e proletario, ivi, I, n. 7, 10 gennaio 1904, e la nota sulla legge per il riposo festivo, Documenti di pusillanimità, ivi, I, n. 16, 13 marzo 1904. 18 PREZZOLINI, La menzogna parlamentare, in a Il Regno n, I, n. 28, 5 giugno 84 Bibliotecaginobianco
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