Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

. Che il connubio fosse stretto, tra i dannunziani· del cr •Marzocco» e i nazionalisti de « Il Regno », testimonia, tra l'altro, la presenza di Pier Lodovico Occhini, collaboratore della rivista del Conti, nella schiera dei fondatori della rivista corradiniana. ·Ma se la presenza dell'Occhini sembra quasi assicurare una « traditio », la differenza di stile, di impegno, è evidente tra le due riviste. L'una, la prima, tutta volta alla letteratura, e aliena dall'impegno politico quotidiano; l'altra tutta calata in questa sua battaglia « imperialista », sino a subordinare ad essa ogni altro problema, ideologico e culturale. Si è insistito molto sull'attivismo di questi giovani, st1l loro smanioso desiderio di « fare per fare » Eppure, al di sotto delle formule più appariscenti dell'attivismo, la battaglia de « Il Regno » era ben concreta~ e foriera di risultati, come l'esperienza ha insegnato. Questi giovani, che si offendevano della qualifica di « reazionari » data loro 'da Napoleone Colajanni 13 , rifiutavano - con ben maggiore sincerità - anche l'altra qualifica di « letterati », data loro dalla « Rivista Popolare » : « Smettano dunque d'in·dagare, se siamo farmacisti procuratori o letterati. Anche se costoro facessero un'esatta ricerca di tutti i nostri titoli accademici e di tutte le nostre pubblicazioni, non arriverebbero perciò a capirci e a contraddirci - ch'è necessario capire per contraddire. Osservino piuttosto, se ne hanno l'intelligenza, le nostre idee in sè prese, e ne cerchino l'origine, se mai, nelle condizioni presenti dell'Italia e della società, non già nelle nostre abitudini mentali ... » 14 • Certamente, la rivendicazione del Borgese era giusta e sincera, perché le idee di battaglia politica che animavano gli scrittori della rivista fiorentina erano ben nette, ben ancorate alla realtà della società italiana dei primi del secolo. Per capirle bisogna addentrarsi nella lettur~ di quelle note economiche che apparvero puntualmente su tutti i numeri de « Il Regno », sovente a firma « A.L. », sino a metà luglio 1904; per 13 Cfr. quanto scriveva in risposta Giovanni Papini, Siamo reazionari?, « Il Regno », I, n. 41, 4 settembre 1904: « Se reazionario volesse designare colui che vuole disotterrare ciò che è morto, noi non siamo per nessun verso reazionari ... L'opposizione dunque che c'è e ci può essere tra uomini che vogliono una politica nazionale, energica e conquistatrice e quelli che vogliono una politica intern:a~ionale, pacifica e umanitaria non è un'opposizione di tempi. Non si tratta di antichi e di moderni, non si tratti di avanti e d'indietro, non si tratta di uomini del passato e di uomini dell'avvenire. L'opposizione è tra due tipi di spiriti, tra due concezioni di vita, tra due serie di istinti ». 14 C. A. BoRGESE, La politica dei letterati, in « Il Regno », I, n. 54, 4 dicembre 1904. 82 Bibliotecaginobianco

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