Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

- - la percentuale delle sciagure originate esclusivamente dalla presenza di cavità nel sottosuolo. I11effetti i recenti qualificati interventi a favore della << Napoli pericolante », sono stati alquanto condizionati da'lla 11utrita serie di interviste co11 ingegneri, architetti, funzionari di uffici tecnici comunali e statali, pubblicata da cc Il Mattino » nel periodo 19 febbraio-7 marzo. Il quotidiano napoletano che pur, 11el febbraio del 1960, a·llorquando l'amministrazione comunale napoletana era retta dal Commissario Straordinario Correra, aveva cercato, poco felicemeI1te, di « ridimensionate n il problema dei dissesti edilizi nel senso di attenuarne - cosa abbastanza difficile - la gravità, ritornato evidentemente sulle sue posizioni ha affidato l'indagine citata ad un tecnico, l'ing. Roberto di Stefano, che ha fermato la sua' attenzione soprattutto sulle condizioni del sottosuolo e sulla necessità di acquisire una completa conoscenza dei vuoti che esso presenta. Di conseguenza tutti i quesiti posti dal di Stefano alle persona'lità napoletane intervistate hanno avuto per oggetto non già le cause generali dell'esistenza di una « città di cartone », ma soltanto una di queste, ovvero la natura infida del sottosuolo. In tal modo si è finito per alterare alquanto la fisionomia del problema, che non ·consiste certo nell'a·cquisizione di una più o meno larga messe di notizie scientifìcl1e, sia pur utili per sopperire ad altre esigenze cittadine. È chiaro infatti come sia necessario anzitutto approntare u11a serie di misure capaci di sottrarre circa duecentomila napoletani al pericolo di vedersi crollare il tetto sul capo e poi preoccuparsi se dalle caverne di cui gli studi sul sottosuolo cittadino accerteranno l'esistenza sia possibile ricavare vie di comunicazioni sotterranee o, come ha affermato il prof. Beguinot nell'intervista rilasciata a « Il Mattino », (peraltro di particolare interesse), un « risucchio verticale » : concentrare cioè nel sottosuolo, opportunamente dimensionato, una serie di attività: sì da attuare nel con.tempo l'auspicata « decompressione » delle zone centrali. Premesso tutto questo, esaminiamo brevemente le i11iziative che sono seguite alla nostra inchiesta, e che abbiamo dette condizionate dalYimpostazione mantenuta dall'ing. Di Stefano nello svolgere l'indagipe affidatagli da « Il Mattino ». La prima, del 2 marzo scorso, spetta alla Prefettura di Napoli che, in un comunicato ai giornali, annunziava di aver interessato il Comune, il Genio Civile e il Distretto delle Miniere perchè provvedessero cc ad acquisire gli element~ necessari per la puntualizzazione del problema » del sottosuolo, e di aver disposto t1na riunione, da tenersi non appena ultimato il lavoro d'accertamento, per esaminare attentamente la' questione e studiare eventuali interventi. Va detto subito che a tutt'oggi l'iniziativa del Prefetto, senz'altro lodevole in quanto dimostra una sensibilità del rappresentante del Governo verso una questione di scottante attualità, non ha portato a' risultati co11creti, come peraltro è stato posto in risalto anche da « Il Mattino » in un capocronaca pubblicato il 13 marzo scorso. Senza dubbio era' lecito attendersi che alla presa di posizione della Prefettura seguissero analoghi passi del Comune e del Genio Civile. L'uno e l'altro, in50 Bib.liotecaginobianco

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