a· che punto i nostri tradizionali ordinamenti universitari debbano essere ritoccati per poter assicurare la formazione dei vari tipi di tecnici che sono necessari per portare avanti una politica· di sviluppo a tutti i livelli, dagli insegnanti agli economisti, dagli ingegneri agli agronomi, dagli assistenti sociali ·agli esperti di cose politiche, ai sociologi, ai giornalisti, agli amministratori, ai cosiddetti managers. In questo senso l'Università in Calabria può perfino rappresentare il contributo dell'Italia agli aiuti internazionali per i paesi sottosviluppati: c'è in Italia meridionale una riserva· di intellettuali che non richiede altro che di essere utilizzata. Ma questo non potrà accadere fino a quando i suoi titoli saranno quelli per i quali si è parlato di analfa·betismo per alfabeti; fino a quando non sarà dirottata verso altri tipi di studio, diversi da quelli preferiti a11cora dalla maggioranza; da certe facoltà tradizionali e congestionate, verso altre facoltà, da riformare o da istituire; da certe discipline, fondate sulla « clausola intellettual~ del nonno », verso altre discipline, da definire proprio in funzione di esigenze che sono tipiche del mondo moderno, della realtà attuale, dei problemi incombenti. Abbiamo fatto cenno ai diversi e complessi problemi del management nei paesi sottosviluppati. Se ne è interessato recentemente Mino Vianello (Il problema del « management », « Il Nlondo » del 14-3-1961)> giu_stamente affermando: <e Un mito da scartare è quello della superiorità dei lavoratori di nn paese nei confronti di quelli di un altro. In realtà, la produttività del lavoro è sostanzialmente - dato per eguale lo stato delle arti ind.ù-- striali - una· funzione della qualità del management. L'efficienza delle risorse umane di un paese sottos·viluppato, cioè, dipende dall'ammontare di capitale investito nell~ qualificazione dei managers oltre che della manodopera ». L'Occidente deve, dunque, affrontare e risolvere questo problema, se vuole fare un passo avanti nella sua politica nei confronti del terzo mondo, nei confronti dei paesi sottosviluppati: cc offrire a questi paesi la p9ssibilità di prepararsi degli ' specialisti della produttività'». L'URSS, osservava· ancora Vianello nell'articolo citato, s'è offerta di preparare i tecnici e gli ingegneri che sono necessari per consentire, alle economie in fase d'industrializzazione, « di aumentare la produzione senza far salire i costi » e « di sfruttare al massimo l'attrezzatura tecnica appena: appena introdotta ». L'Occidente .non deve trascurare il valore, il peso di questo esempio, deve fare più e meglio dell'URSS. 37 Bibliotecaginobianco
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