Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

zano, si discute molto; ma non si è fatto gran che, nè sembra immi~ nente la soluzione della disputa apertasi fra Enti di riforma, Ispettorati agrari, Consorzi di bonific~, aspiranti tutti al monopolio organizzativo per la somministrazione dell'assistenza tecnica alle comunità esistenti nell'ambito dei comprensori di rispettiva competenza. Quanto alle aziende private, effettivamente, allo stato attuale delle cose, non ,.,sembrano molte quelle che possono concedersi il lusso di .assicurare una degna occupazione ai tecnici agrari. La situazione potrà forse migliorare in conseguenza di uno sviluppo adeguato della organizzazione cooperativistica, e in conseguenza della selezione che è in corso fra le piccole aziende che tendono a diventare medie e fra le medie che tendono a diventare grandi, le une e le altre contribuendo ad eliminare « quelli che non ce la· fanno ». Comunque, questi sono tutti argomenti c·he sconsigliano la istituzione di una nuova Facoltà di agraria nel Mezzogiorno, sia che si prevedano moltissimi, troppi laureati, sia che se ne prevedano pochissimi. Per contro, si potrebbe anche supporre che la possibilità di continuare gli studi in una' sede vicina, senza emigrare in una città più o meno lontana, rimanendo a contatto dei problemi della regione durante gli studi, e della Università dopo gli studi, potrebbe prima o poi convogliare proprio verso una facoltà di agraria i figli dei grossi e piccoli proprietari, come a11che degli affittuari stessi: onde, dopo i proprietari redditieri e assenteisti, dopo gli affittuari che praticavano l'agricoltura di· rapina, avremmo proprietari imprenditori e affittuari tecnicamente evoluti. · Se si pensa ai figli dei proprietari assenteisti delle Puglie che si sono laureati a Portici e che oggi vivono sulla terra, come farmers, avendo creato imprese efficienti dove c'erano solta11to masserie date in fitto, non è questa una considerazione da' sottovalutare. Si tenga infine presente che l'istituzione di una facoltà d'agraria faciliterebbe la diffusione delle scuole d'addestramento nella regione, e non soltanto nella regione. M·a infine, e conta di più, il problema non si esaurisce nell'inventario delle ragioni che militano a favore o contro l'istituzione di una facoltà d'agraria in Calabria; nè con l'inventario delle ragioni che sono proprie ali' economia a·graria calabrese. Il problema, infatti, non si disgiunge dall'attuale grado di efficienza e dall'attuale organizzazione degli .studi di -agraria e soprattutto si sposa· al problem~ del fabbisogno di quadri tecnici in relazione ai programmi di assistenza tecnica nel ss· Bibliotecaginobianco

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