perchè le sedi universitarie lontane sono per gran parte di loro costose e del tutto inaccessibili. La prima questione cl1e sorge, dunque, riguarda la localizzazione di questa nuova Università che si vuole vedere istituita nel Mezzogiorno. In Calabria, si è detto, e tutti sembrano di accordo. È latente, però, ma non troppo in fondo, la solita rissa fra i tre capoluoghi. Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, ciascuno convinto di poter vantare titoli tali da dover esser preferito agli altri nella scelta della nuova sede di studi superiori. Nessuna meraviglia, quindi, che sia spuntata fuori la solita soluzione salon1onica, diretta a dividere le Facoltà tra i tre capol11oghi. È la proposta di legge Reale, Ermini, Franceschini ed altri presentata alla Camera il 12 febbraio 1960, che prevede la istituzione a Catanzaro delle Facoltà di Economia e Commercio, di Scienze matematiche fisiche e naturali; a Cosenza della Facoltà di Farmacia e della Facoltà di Agraria; a Reggio Calabria della Facoltà di Architettura. E su questa tesi Cesare Mulé con una nota pubblicata nel settembre scorso in « Prospettive meridionali » si è sforzato di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica attenta a questi problemi. Come ogni soluzione salomonica: anche questa pecca di semplicismo. A sede della nuova Università deve essere eletto quel capoluogo la cui posizione geografica è più favorevole in rapporto all'area demografica che l'Università deve servire; tanto meglio se si tratta di quel capoluogo che presenta anche maggiori possibilità di espansione e manifestazioni già in atto di una tale espansione. Si potrà non intitolare la nuova. Università a questo capoluogo, intitolandola all'intera regione, a una città della Ma·gna Grecia, che più non esiste o, meglio, alle esigenze cui si deve e si vuol far fronte (Università dello sviluppo o qualche cosa di simile, non foss'altro per fugare le tentazioni della nostra tradizionale retorica); si potrà anche decentrare qualche facoltà in una sede minore, pa·rticolarmente adeguata per la presenza di industrie o per possibilità di insediamento e insegnamento a un tempo (pensiamo magari a Crotone); si potranno e si dovranno costruire collegi universitari, riservandoli a studenti provenienti da una provincia diversa da quella il cui capoluogo è stato eletto a sede dell'Università, ma non si può prescindere dalla più favorevole posizione geografica e dalla maggiore vitalità di Cosenza. La città è al centro della zona dove l'Ente di riforma ha operato con ma:ggiori risultati e che è suscettibile di più intensa trasformazione agraria, tra la Sila e la piana di Sibari; sono inoltre più o meno prossimi il traforo della montagna di Paola, che avvi30 Bibliotecaginobianco
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