Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

fondersi della speculazione. Ora, anche se non può da solo porvi termine, un mercato urbano più vicino può contribuire a norma•lizzare i rapporti fra città e campagna anche dal punto di vista che interessa gli operatori agricoli; e per di più un mercato urbano più vicino eserciterebbe la sua influenza nel senso di modificare strutture e sovra-- strutture anacronistiche, di svecchiare mentalità ed orientamenti culturali, di suggerire rinnovamenti e specializzazioni tecniche, di indurre i produttori ali'organizzazione e ali'associazione. Si tenga anche presente che il problema della industrializzazione in Calabria va posto al più presto come problema di « poli di sviluppo ». Oggi si va delineando una situazione per cui oramai veramente non si può più parlare genericamente delle maggiori o minori possibilità di industrializzare in un tempo più o meno lungo il Mezzogiorno, mà' si deve concretamente parlare dei vari tempi e aspetti dell'industrializzazione, relativamente alle aree di concentrazione in atto o potenziali. I « poli di sviluppo» sono ora dislocati in modo tale da delimitare tre grandi aree di industrializzazione: a) una fascia campana fra il basso Volturno e il basso Sele, con una sua propaggine nel Lazio che assicura una relativa continuità spaziale con il grande mercato di consumo della capitale; b) una specie di quadrilatero pugliese con propaggine lucana, delimitato a nord e a sud da due tipiche zone della «polpa» agricola meridionale, il Tavoliere e il Metapontino, dove è in corso un radicale processo di trasformazione degli ordinamenti produttivi; c) un comprensorio siciliano con due centri principali, Catania e Siracusa, e propaggini verso le zone in cui si sono effettuati ritrovamenti di petrolio. Un altro « polo di sviluppo» è costituito in Sicilia da Palermo. Ma la: Calabria, se non si interviene subito, rischia di essere tagliata fuori dall'industrializzazione meridionale. E perciò si deve intervenire creando almeno due « poli di sviluppo>> (pensiamo specialmente alla conca di Cosenza e a Crotone). Anche su uno sfondo di tal genere - abbiamo, infatti, voluto soltanto esemplificare indugiando nelfa citazione di dati e problemi - va collocata la questione della Università in Calabria. Il grande numero degli studenti che oggi sono costretti a trasferirsi può rappresentare una forza di urbanizzazione per l'intera regione, sempre che si costituisca una sede universitaria nella regione stessa. Calabria e Basilicata hanno ciascuna; secondo i dati dell'ultimo censimento 1, la percentuale 1 Questi e tutti gli altri dati relativi alla popolazione universitaria sono stati 28 Biblioteca Gino Bianco

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