Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

zazione, è particolarmente sentita l'assenza di un centro operante di vita morale e civile. E d'altra: parte proprio in Calabria, anche in Calabria, la situazione è in movimento, alla ricerca di nuovi equilibri. Questo movimento deve essere assecondato, assicurandogli i necessari punti di appoggio, per poterne trarre poi utili insegnamenti, attraverso l'osserva'zione e l'analisi dei suoi tempi, dei suoi modi, delle sue componenti. La Calabria, infine, per queste ragioni e per i fini di cui diremo più avanti, costituisce un eccellente campo d'osservazione, una specie di gabinetto scientifico naturale. A dieci anni dalla riforma agraria i progressi della· Calab1ia sono dopo tutto notevoli. Valgano alcune cifre indicative: il valore della produzione lorda vendibile in tutto il settore zootecnico è passato da L. 471.977.000 nel 1953 a L. 1.111.190.000 nel 1956 e il valore della produzione lord~ ven,dibile in tutto il settore delle culture industriali (barbabietole da zucchero, tabacco, cotone ed altri) è passato da L. 1.339.827.000 nel 1953 a L. 5.325.863.000 nel 1956. Vi sono poi alcune opere che, una volta ultimate (ed è tempo oramai che lo siano), potranno risolvere molti problemi dell'agricoltura calabrese. Basterà ricordare, per la provincia di Cosenza, i lavori di sbarramento e presa sul fiume Crati, che consentiranno l'irrigazione di 8.000 ettari; la diga sull'Esaro, in località « Farneto del Principe», con ia· quale sarà resa possibile l'irrigazione di una superficie prudenzialmente stimata di oltre 9000 ettari; i progetti di derivazione dal Mucone, a valle della « provinciale » per Bisignano, dall'Eiano, a valle della' strada che da Cassano conduce a Lauropoli, dal Caldanello per l'irrigazione della piana di Cerchiara. Per quanto riguarda·, poi, la provincia di Catanzaro, ci limitiamo a ricordare che sono all'opera ben otto consorzi di bonifica per un'estensione di 300.000 ettari circa. Troppi, forse, perchè una maggiore concentrazione avrebbe potuto addurre a maggiori risultati produttivistici. Comunque tali risultati non dovrebbero tardare, così come la « fecondità » delle grandi opere pubbliche non dovrebbe ormai essere considerata ulteriormente « differibile » . Il quadro dell'agricoltura calabrese potrà forse lasciare ancora insoddisfatti, ma è pur sempre un quadro ricco di promesse, se si guarda ai risultati conseguiti in questi anni. Si pongono, però, una serie di problemi, dall'organizzazione dei mercati ali' assistenza tecnica, che rich.iedono un ampliamento e un rinnovamento dei quadri agrari. All'aumento della produzione fa riscontro, infatti, la mancanza di un mercato capace di assorbirla. Condizione, questa, tipica per il sorgere e il dif27 Bibliotecaginobianco

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