capacità di lotta e contrattuale senza contrarre legami di alcun genere, e senza subire remore di carattere interno ed esterno. Ma c'è una palese contraddizione b·a· questo principio - affermato a gran voce da tutti i sindacati - e la crescente tendenza, invece, a burocratizzarsi, ad istituzionalizzarsi, a chiedere e ad ottenere, o comunque ad accettare, consulenze, partecipa'Zioni a consigli di amministrazione, rappresentanze istituzionali in questo o in quell'altro ufficio pubblico. Questa era la essenza del regime corporativo, che riusciva a bloccare ogni spinta sindacale dal ba·sso, cercando di istituzionalizzare la rappresentanza degli interessi, e di renderli organican1ente compartecipi della volontà dello Stato, accentrata in alto; ma non può essere l'essenza di quella società democratica e pluralistica che gli attuali dirigenti della CISL - ad esempio -· propugnano in ogni loro discorso. Si capisce, sotto questa luce, perchè la CGIL ami tanto l'articolo 39 della Costituzione, che le consentirebbe, se attuato, di assidersi come rappresentanza ma·ggioritaria dei lavoratori in una infinità di organismi pubblici, oltre che nelle commissioni contrattuali; ma non si capisce che la CISL si batta contro l'articolo 39 da un lato e poi, dall'altro, reclami le conferenze triangolari o la partecipazione dei lavoratori ai consigli di amministrazione delle aziende statali. La vita pubblica italiana è seminata, oggi, di tali contraddizioni. Tra partiti e sindacati, tra Stato e Parastato, tra amministrazione pubblica e amministrazione privata, i confini sono segnati sempre più labilmente. Si può melanconicamente affermare che la confusione regna, in tutti i campi, e che uno degli esempi più clamorosi lo offrono i sindacati. Ciò nonostante, i compiti dei sindacati sono segnati dalla loro natura di associazioni tra lavoratori dipendenti o autonomi, costituite per la difesa dei loro interessi economici. La celebre definizione dei Webb. (il sin-dacato è « un'associazione pem1anente di salariati che si propon·- gono di difendere e migliorare le condizioni del loro contratto di la1 - voro ») è sempre vera, nella sua sostanza, se, dicendo cc contratto· di· lavoro », si intenda tutto ciò che può interessare il trattamento norma-: tivo ed economico dei lavoratori, compresa l'assistenza e la previdenza. Non sempre, oggigiorno, il trattamento normativo ed economico dei lavoratori è materia però di contratti di lavoro; bene spesso è materia di leggi votate dal Parlamento e applicate dal Governo o dagli enti pubblici da esso controllati. Il Sindacato si pone quindi come dirimpetta·io sia del Padronato, sia d·el Governo, sia degli enti pubblici, dovunque ci sia da difendere gli interessi dei lavoratori. Ma' se il Sinda23 Bibliotecaginobianco
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