Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

L'articolo 39 e l'unità sindacale di Ugo Indrio Nelle abituali conferenze-stampa d~inizio d'anno, le confederazioni dei lavoratori hanno fornito anche quest'anno 1e cifre dei loro iscritti, secondo il tesseramento del 1960: la CGIL l1a dichiarato 3.745.000 iscritti;. la CISL 2.357.000; la UIL 1.495.000; la CISNAL 930.000. Il Segreta'rio della UIL, Viglianesi, ebbe la franchezza di aggiungere una divertente an11otazione alla cifra dichiarata: disse pressappoco: cc le mie cifre sono vere nella misura in cui lo sono quelle degli altri » . Non vi era bisogno, in realtà, della franca ammissione di uno degli interessati per nutrire il dubbio che le cifre degli iscritti alle confedera'zioni sindacali fossero tutte, quale pit1 quale meno, inflazionate. Nessuno è in grado, però, di controllare j dati sul tesseramento che forniscono i sindacati: dovrebbe farlo lo Stato, attraverso i suoi organi competenti (il Ministero del Lavoro), qualora i sindacati avessero personalità giuridica, a·cquisita attraverso la « registrazione » prevista dall' articolo 39 della Costituzione; e lo Stato dovrebbe farlo per attribuire nella composizione delle rappresentanze cc unitarie » dei lavoratori, agli effetti della stipulazione dei contratti collettivi, a ciascuna organizzazione una rappresentanza « proporzionale » ai propri iscritti. Ma, come ognun sa, l'articolo 39 della Costituzione non è mai stato tradotto in legge ordinaria. Secondo le dichiarazioni soggettive dei sindacati, i lavoratori iscritti ai sindacati stessi ascendono dunque, globalmente, a 7-8 milioni, pari ad un terzo circa delle forze di lavoro italiane. Ridimensionando - come è ra'gionevole - tale cifra, essa potrebbe scendere a 4-5 milioni di tesserati, pari ad un quarto circa delle forze di lavoro italiane: ciò significa che i lavoratori partecipano in misura relativamente scarsa alla· 18 Bibliotecaginobianco

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