senso che esso potrebbe trovarsi ancora una volta paralizzato e impossibilitato a dare prospettive politiche alla sua linea ideologica) è reale e rimane anche dopo la conclusione dei lavori del congresso di Milano; ed è stato ricordato recentemente anche dall'on. Nenni, il quale, in un articolo di « commento ai commenti» sul congresso, ha posto l'accento sul processo critico ed autocritico iniziato col congresso· di Venezia e conluso - com'egli ritiene - a Milano; ma, ha poi aggiunto, un tale processo « non è stato facile, e naturalmente quanto è stato fatto non è al riparo di sempre possibili ritorni di fiamma di posizioni ormai superate e liquidate ». Ora, se questo pericolo esiste, è chiaro anche a chi spetta il compito di evitarlo: e sarebbe grave se l'on. Lombardi e i suoi amici sulla base delle reazioni seguite al congresso di Milano, non se ne fossero resi conto e non agissero in conseguenza. D'altra parte la parola ormai è alla nuova direzione socialista, la quale dovrà provare in concreto quale uso intenda fare della riconquistata autonomia ai fini della stabilizzazione della vita democratica del paese e dell'avanzata generale déi ceti operai. Il vero « dialogo ", si può dire, comincia soltanto ora. Ma se il compito non è facile per il PSI, non è detto che esso non presenti difficoltà anche per gli altri partiti democratici. Le prime battute del dialogo all'indomani del congresso socialista risentono troppo delle preoccupazioni di ciascun gruppo perchè possano risultare indicative di quelle che saranno le linee di sviluppo futuro della politica di centro-sinistra. A proposito della quale non bisogna dimenticare che v'è un'azione che i partiti della sinistra democratica devono esplicare nei confronti del PSI come della Democrazia cristiana, e che, se questi partiti hanno delle esigenze proprie da far valere, devono anche evitare degli errori. Nei confronti della DC va svolto fino in fondo il dialogo chiarificatore con le correnti più moderne ed avanzate, va esercitata senza soste la pressione sul gruppo dirigente che fa capo agli onorevoli Moro e Fanfani. E se ci è lecito dire ancora la nostra opinione st1 questo punto, aggiungeremo che per i gruppi della sinistra laica non vi sono problemi di definizione della propria prospettiva politica: per essi non v'è che da svolgere un'azione costante per favorire l'incontro tra tutte le forze democratiche del paese, dalla DC al PSI; in sostanza, non v'è che da facilitare l'apertura a sinistra, a tutti i livelli della direzione della cosa pubblica. Ma un simile compito impone una condotta responsabile e intelligente: non deve pertanto accadere che, per tenere eccessiva16 Bibliotecaginobianco
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