cente nelle mani di Lauro. Alvaro a quel tempo aveva già assunto un atteggiamento politico netto, schierandosi fra gli scrittori che avevano messo la loro penna al servizio della democrazia e del progresso sociale. Questo poteva bastare a farlo definire cc un uomo di sinistra », ma il padrone del quotidiano non fece obbiezioni alla sua nomina, un po' per il prestigio di narratore di cui Alvaro godeva, un po' perché, forse, non voleva dare l'impressione che il giornale, passando da un direttore all'altro, assumesse di colpo un atteggiamento conservatore, divenisse ad un tratto un foglio di destra. Del resto Alvaro già in passato era stato in procinto di assumere la direzione di un quotidiano napoletano. E l'invito gli era venuto da Benedetto Croce, come attesta Alvaro stesso scriven.do in Quasi una vita: « A Sorrento. Vado da Benedetto Croce che mi ha invitato a sentire da lui su quali basi politiche si possa fare il giornale liberale di Napoli per cui sono stato officiato. Mi ricorda la visita al Fanàr, al patriarca di Costantinopoli. Croce manda via bruscamente una delle sue figlie la quale aveva tentato di assistere al colloquio. Metto avanti la questione del giorno, più scottante, la Monarchia. Croce mi risponde che non c'è da preoccuparsene, poichè, dice, essa è rappresentata: da tali cretini, che finirà col crollare da sé. Io penso invece che sia l'intoppo maggiore per la ripresa italiana e per il riscatto dell'Italia meridionale in cui ho finito col credere che la: Nlonarchia abbia ribadito la vita feudale per mantenersi una riserva di fedeli, arretratissimi coi problemi della convivenza moderna. Croce mi pare scosso, ed io rincalzo ricordandogli come egli sia stato il primo a forn1ulare l' a·ccusa contro la monarchia. Mi risponde: ' Ma non vorrete mica la Repubblica di Granchi!'. Come è suo solito, inclina poi all'aneddoto. Mi domanda come si porta il Luogotenente a: Roma. Gli dico che è il rifugio di tutto l'ambiente politico meno fido. Se ne duole, e ricorda che proprio in questa stanza il Luogotenente gli aveva dato assicurazioni di comportarsi bene. 'Anzi', dice Croce e qui viene fuori il suo carattere di scrittore, ' anzi, quando venne mi parlò di certi documenti storici, ciò che era per me di un estremo interesse; e dovetti farmi forza· per non ascoltar lo e per dirgli invece il mio pensiero sulla situazione, senza diva- , gare ». Quella occasione cadde per Alvaro. Probabilmente la lasciò cadere lui stesso e fu Manlio Lupinacci ad assumere la direzione de « Il Giornale », il quotidiano fondato a Napoli dal Partito liberale. Tre anni dopo, però, il 9 marzo del 1947, la firma dello scrittore calabrese comparve sotto l'ultima colonna de « Il Risorgimento », i cui edi112 Bibiiotecaginobianco
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