pri amici: come quel gruppo, formato da due impiegati, un operaio, un artigiano, che « da anni han110 comperato una vecchia macchina scassata; l'hanno verniciata di colori pazzeschi e passano le ferie viaggiando » ( cfr. pag. 81). Un peso minore, ed anzi piuttosto scarso, sembra avere la famiglia, non per disamore o misconoscimento di ciò che essa effettivamente rappresenti (e questo in contrasto con i moniti paludati e superficialmente verbosi dei benpensanti sul « disgregarsi dell'unità familiare »), ma piuttosto perchè, nella realtà, la famiglia (paterna) non partecipa, o non può partecipare, direttamente alla vita uti socius dei giovani. Questo è in un certo senso confermato dal fatto che, là dove vincoli di carattere professionale leghino i genitori, o uno dei genitori, ai figli, oppure particolari solidarietà affettive si siano instaurate, la famiglia ritorna ad acquisire un ruolo di qualche peso nel tempo libero dei giovani. Questi ultimi, del resto, manifestano idee ben precise sulla loro famiglia futura, che in genere tendono a porre su un piano di miglioramento, in ogni senso, delle loro condizioni attuali. L'orizzonte culturale dei giqvani intervistati appare anch'esso di particolare interesse. come un orizzonte piuttosto accidentato e discontinuo: benchè le conclusioni dell'autore della· ricerca siano sorrette da una accentuata cautela, il lettore non può fare a meno di notare che, accanto ad acute e franche opinioni sulla condizione dei giovani e sul progresso tecnologico (che è spesso intuito con equilibrio, senza aspettative miracolistiche e senza scetticismo passivo), coesistono opinioni sommarie e alquanto conformiste sulla politica, come attività e come principi, - non di rado assai simili alle opinioni pervicacemente piccolo-borghesi della parte più sprovveduta della nostra classe media -, anche se non mancano affermazioni positive e mature (cfr. quella di un giovane operaio, figlio di un vecchio socialista, a pag. 93). La stessa partecipazione sindacale è vista con una certa superficialità, che non sembra del tutto giustificata dalla sfiducia che può ingenerare la vita non sempre facile, e talora non intelligentemente guidata, delle organizzazioni sindacali. Naturalmente ha qui importanza anche l'ambiente di lavoro, a seconda se esso sia costituito da una piccola o da una· grande azienda e a seconda dell'effettivo funzionamento delle strutture $indacali nel suo interno. Colpisce ad ogni modo la constatazione che, mentre nella piccola azienda l'opinione prevalente risulta del tipo « si è come in una famiglia » e nella media azienda' l'orientamento comune converge nell'affermare che « la colpa dei contrasti è dei capi diretti; se i padroni sapessero, certe cose non succe108 Bibliotecaginobianco
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