Nord e Sud - anno VIII - n. 16 - aprile 1961

trasformazione, in cui sembrano peraltro dibattersi le organizzazioni sindacali anche sul piano nazionale. D'altra parte, anche la nuova classe dei piccoli imprenditori, così rigogliosamente affermata nel giro di questi anni, manifesta dal suo canto un certo carattere di ambiguità. È ben vero che il sorgere di queste nuove élites costituisce il segno di una vigorosa affermazione di vitalità e di lavoro individuale; della parte migliore, per così dire, dello spirito capitalistico. Nell'ambito di una concezione neo-individualistica, per la quale del resto non nascondiamo una certa diffidenza, vi ,potrebbe essere ampio terreno per un inno alle qualità imprenditoriali della nuova classe. Noi saremo un poco pi1ì cauti, e la nostra cautela è dettata dal sospetto cl1e, anche qui, si manifesti piuttosto una crisi della vita comt1nitaria, uno staccarsi dell'individuo dalle antiche solidarietà (gli ex-compagni, rimasti operai), senza però acquisire un'integrazione ad un livello più alto. Per loro confessione, qt1esti piccoli imprenditori « lavorano tutto il giorno, non hanno tempo per nessuno »; lo sforzo per riuscire nella via intrapresa li isola, li rende quasi non partecipi della vita associata; essi, per alcuni anni, sono perduti per la comunità. Vi sarebbe da chiedersi a questo punto se l'utilità derivante dalle nuove iniziative imprenditoriali create da questi individui, sia compe11sata dall'assenza di questi stessi individui dalla vita comunitaria per lunghi anni: tema troppo vasto, per essere affrontato qui, ma che pure ha il suo peso. Vi sono infatti doveri sociali, connessi con una partecipazione intensa degli individui alle decisioni collettive, che sono indispensabili per la vita della comunità; in caso di insufficiente partecipazione, si produce quel divorzio fra la' cosa pubblica e l'io privato che è tipica della società italiana. Non è inutile sottolineare come questa tendenza alla fuga nell'io privato, che si risco11tra anche sul piano nazionale, si manifesti accanto ad altri segni come quello dell'isolamento familiare, concordanti verso una prospettiva con1une, anche se probabilmente transitoria, di una certa disintegrazione della vita associata. Come sul piano urbanistico e su quello familiare la «villetta'» indica il ripiegamento su se stessa della famiglia coniugale fuori ed anzi contro il quadro della vecchia famiglia patriarcale o allargata, così sul piano del lavoro il piccolo imprenditore rompe, con una tematica esclusivamente individualistica, il tessuto comunitario. E come l'uso dei nuovi mezzi di comunicazione di massa - radio, -televisione - sembra a·ccentuare l'isolamento familiare, la stessa .102 Bibliotecaginobianco

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