Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

della provincia, poi, un,altra breve fascia di collina interna segna· il confine con la provincia di Avellino. Considerando a parte il territorio e la popolazione del capoluogo, prevale perciò nella provincia la collina che occupa il 52,96 per cento della superficie di essa e ne raccoglie il 53,84 per cento della popolazione. Se nel calcolo poi si include anche il capoluogo della provincia, allora la parte della collina sale al 57,67 per cento per la superficie ed al 76,3 per cento per la popolazione. Il 92 per cento della ·popolazione della provincia vive poi ii1 « centni »; il 3, 1 per cento vive in « nuclei » e solo il residuo 4,9 per cento vive in « case sparse ». L'insediamento prevalente è dunque quello accentrato e se ne ha la riprova indiretta nel fatto cl1e l'ampiezza media dei comuni della provincia - che, escluso il capoluogo, raggiunge i 12.165 abitanti per comune - è più che doppia dell'ampiezza media del comune italiano, grandi città incluse. Ma, riguardo alla distribuzione, più che questi elementi esternj contano le zone e i gruppi di comuni in cui evidentemente la provincia si articola e in cui già la· semplice dinamica delle variazioni annuali nella popolazione calcolata dalle anagrafi dei comuni traduce e riflette una più prof onda varietà di strutture economiche e sociali e di ritmo di sviluppo. Le zone in cui ci è parso opportu110 suddividere la- provincia sono dodici. Il lettore, come s'è già detto, ne troverà l' elenco, con l'indicazione dei comuni a ciascuna assegnati, in appendice. E mentre dal punto di vista dei fenomeni strutturali elementari (natalità, mortalità, etc.) esse, come abbiamo già detto, presentano pochi tratti distintivi e caratterizzanti; dal punto di vista dell'incremento di popolazione conseguito negli ultimi anrli le si può agevolmente dividere in due gruppi: zone che - facendo uguale a 100 la popolazione risultante al censimento del 1951 - hanno raggiunto a fine del 1959 un indice più alto di quello medio della provincia (pari a' 114,43) e zone che hanno raggiunto un indice inferiore a quest'ultimo (cfr. tab. 15-16). È estremamente significativo che gli incrementi di popolazione più notevoli e i soli saldi attivi del movimento migratorio si riscontrino nelle zone di più antica (Riviere vesuviana e flegrea) o più recente (Afragola·-Casoria) industrializzazione della provincia. E merita anche di essere sottolineato il fatto che, mentre per le dt1e riviere il fenomeno non è recente, essendosi accompagnato fin dapprincipio allo sviluppo <lei ce11tri maggiori di esse (Castellammare, Torre Annunziata, Torre del Greco, Portici, Pozzuoli); per la zona di Afragola e Casoria, 74 Bibiiotecaginobianco

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