Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

(cfr. tab. 8): si vede che il sesso maschile prevale nettamente fino ai 14 anni con una media di 105 maschi per ogni cento femmine; tra i 14 e i 21 anni i due sessi sono quasi in equilibrio, n1a già con una lieve prevalenza femminile; tra i 21 e i 25 anni accade lo stesso; e poi, dopo i 2,5 anni, la prevalenza femminile diventa schiacciante. L'unica spiegazione dell'accentuata prevalenza del sesso femminile sembra, dunque, da ravvisarsi nel fatto che la mortalità maschile, sempre superiore a quella dell'altro sesso, lo diventa, con il crescere dell'età, ancor più. La prevalenza dei mascl1i nelle età più giovani la -crescente mortalità maschile ai livelli più alti della scala delle età vengono, del resto, confermate anche - sebbene indirettamente - dal fatto che, dal punto di vista dello stato civile la percentuale dei celibi (in prevalenza ovviamente nelle età giovani) è tra i 1naschi più alta di quella delle nubili tra le femmine, mentre tra qu ste ultim la percentuale delle vedove (ovviamente in prevalenza nelle età adulte) è più alta di quella dei vedovi tra i maschi (cfr. tab. 9). Fino a questo punto tuttavia, non è tato necessario introdurre nella descrizione demografic·1 della provincia di Napoli una contrapposizione tra il capoluogo e il restante territorio: i fenomeni dinamici e strutturali che abbiamo finora notati rivestono salvo variazioni di ampiezza 11otevole per alcune zon , pressappoco la stessa fisionomia in tutto l' a1nbito della provincia. È interes ante, però, notare (cfr. tab. 10 che dà, a titolo indicativo i dati relativi al 19.57) che la natalità è, in alcune zone (per la ripartizione delle zon cfr. l'appendice), tend nzialmente più bassa della media provinciale: così nei comuni vesuviani, nella zona di Pompei-Gragnano e, soprattutto, nel Nolano; e che essa raggiunge le sue punte minime nell jsole e nelle due penisole (procidana e sorrentina) che chiudono il golfo di Napoli. Quanto alla mortalità, la situazione è invece più uniforme, con una sola punta massiama, quella del capoluogo che è in funzio11 di evidenti fattori demografici e sociali. Ad ogni rnodo, è soprattutto nella sua dinamica sociale che la popolazione napoletana rjsulta caratterizzata in modo determinante dalla presenza del capoluogo. Sono ormai molti d ce11ni che la popolazione di questa, come di quasi tutte le altre province meridionali, presenta una dinamica sociale (rapporto tra iscritti e cancellati nelle anagrafi comunali) o costantemente passiva oppure attiva in misura insignificante, sicchè l'incremento netto del numero degli abitanti è tradizioBibliotecaginobianco

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