Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

s1z1one familiare ·econdo la professione del capofamiglia variò da u11 minimo di 4 membri per le famiglie dei dirigenti e degli impiegati ad un massimo di 5,1 per le famiglie degli agricoltori. Se è problema di educazione demografica vien fatto di dire, è pr b]ema che riguarda l'intera società napoletana. Certamente più difficile è invece una valutazione della mortalità media che viene registrata in provincia di Napoli e che risulta, al pari di quella delle altre province meridionali, sorprendentemente più bassa non solo di quella delle più ricche ed evolute regioni c ntro-settentrionali ma delle stesse medie nazionali. Mentre è indubbia infatti la parte che spetta, nel determinare il fenomeno al miglioramento igienico-sanitario e all'elevazione del tenore di vita in ·1tto,da molti decenni a questa· part e grazie ai quali sono state in gran parte eliminate le cause di morte una volta pesantemente agenti in quest zone· assai meno chiaro e, al contrario, il peso da riconoscere al fatto che - come mostra la tipologia prevalente nelle cause di mort (cfr. tab. 4) - non sembra ancora essersi determinata·, a Napoli con1e per lo pitì nel Mezzogiorno un'azione rilevante di quelle caus di morte che sono annesse str ttamente a certe l)articolarità d lla moderna civiltà industriale. In ogni caso l)erò non deve 11eppure esser trascurato il fatto che la mortalità napoletana (come quella meridionale) a1)par tanto più ba sa di quella settentrionale anche a causa della particolare ripartizion d Ila 1Jopolazione napoletana per cla i di età. Accade cioè che - essendo le classi giovani a Napoli (come nel re tante Mezzogiorno) consider volmente più numero .,e in ·en o assoluto e in enso relativo delle corriSl)On(lenti clas i . ettentrionali, ecl essendo, per ragioni nat 1rali, la mortalità minima nelle classj gio ani - il notevole peso percentuale eh tali classi sul totale della· popolazione na1Jo1etana (e meridionale) concorre ad abbassare il suo quoziente generale di morta]ità in confronto a quello delle popolazioni settentrionali, fra le quali la percentuale di giovani e soprattutto di giovanissimi è minor . E la cosa diventa pitì chiara se si pone mente al fatto che, nelle medie italiane, la prevalenza percentuale delle classi adulte rispetto alle analogl1e medie napoleta·ne non si arresta al limite dei 6.5 anni, ma _prosegue anche oltre tale limite (cfr. tab. .5): il che indica, appunto, una maggiore durata della vita media ed una mortalità che, a parità di composizione della popolazione per classi di età, sarebbe alquanto mi11ore. Con il riferimento al peso che nella composizione delJa popola69 Bibliotecaginobianco

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