fico del Mezzogiorno e dell'intero paese. Una analisi un po' approfondita della dinamica e della struttura della popolazione napoletana 1nostra cl1e essa presenta un interesse particolare no11 solo dal pu11to di vista qua11titativo ma ancl1e dal punto di vista qualitativo. La dinamica e la struttura della popolazio11e 11apoleta11a sono, infatti, definite da elementi cl1e 1Jresentano be11 esaltati e i11 rilievo i caratteri propri alle popolazioni meridiona1i. La natalità provinciale, ad esempio, ha fatto registrare dal 1952 al 19,59 quozienti oscilla11ti tra il 24,6 e il 26,3 per mille; la mortalità quozie11ti tra 1'8 e il 10 per mille· l'eccedenza naturale quozienti tra il 14,9 e il 17,2 per 111ille(cfr. tab. 1). Una dinamica nat11rale, du11que, di incremento estrername11te sostenuto, che pone la provincia di Na1JoH ai l)rimissimi posti del paese per il ritmo col c1uale la sua popolazio11e si accresce. Dei valori nei c1 uali tale diI1amica si esprime, la 1nortalità è quello che 11el corso degli ultimi an11i l1a denunziato maggiori variazioni ed u11a più chiara tendenza alla <liminuzio11e; la natalità, invece, l1a variato i11torno a va'lori costa11ti, n1antenendosi sostanzialmente immutata; e l'eccedenza naturale ha· dent1nziato una lieve tendenza alraumento in ragione della calante mortalità. Attualmente, però, il valore che a1)pare più suscettibile di modificazioni è certamente la natalità: i livelli tra 1'8 e jl 10 per mille, sui quali la mortalità si è mantenuta in questi a11ni, appaiono, infatti, difficilmente modificabili, almeno in u11 prossimo futuro. Non è il caso di soffermarsi qt1i sulle ragioni che spiegano i] diverso anda1nento dei quozienti di natalità e di mo1talità. È possibile certamente, affermare che la r)ersistente alta natalità in 1)rovincia di Napoli (c'è una differenza costante di circa dieci l)unti rispetto alla 1nedia nazio11ale) non va messa in relazio11e troppo stretta co11 i fattori ambientali di ordine oggettivo (ba·ssi redditi arretratezza delle strutture economico-sociali e così via); è possibile, cioè, affermare che essa non è tanto un fenomeno di depressio11e o di sottosviluppo quanto un fenomeno di tradizionalismo, t1na spontanea prosecuzio11e dei comportamenti di un passato più o meno vicino i11 u11a sit11azione materiale e in un clima morale ormai alc1uanto diversi. Valga, a riprova di ciò~ ]a circostanza che nello stesso capoluogo della provincia la ripartizione sociale della natalità è tutt' altr cl1e forteme11te difforme (cfr. tab. 2-3) sicchè non è possibile attribuire l'alta media cittadina e IJrovinciale alla· mancanza di un'adeguata educazione demografica in determinati ceti sociali. Al censimento del 1951, infatti, l'indice medio di compo68 Bibiiotecaginobianco
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