rilevanti occasioni di investimento anche per l'iniziativa pubblica, tutte le volte che l'iniziativa privata non colga le convenienze create dalla' politica generale di sviluppo nella zona che interessa. Si è osservato più sopra che il sistema industriale italiano si muove oggi sotto due ordini di stimoli: i consumi e l'esportazione. Orbene, possiamo ora meglio precisare il nostro pensiero affermando che questo sistema industriale italiano deve essere posto in una coridizione di mercato nella quale la componente interna più dinamica della domanda effettiva sia costituita non già dai consumi, ma dalla domanda di beni di investimento occorrenti per superare le deficienze che la situazione clel Sud tuttora presenta 1 . Tanto nell'agricoltura quanto nell'industria le occa'sioni di profittevole formazione di capitale sono moltissime nel Mezzogiorno per chi veda questo problema nella luce del progresso della società italiana. Che questa profìttabilità non sia oggi alla scala del mercato meridionale, e neppure di quello più vitale del Settentrione e della restante area europea cui siamo associati, non significa che essa non esist~; e perciò essa va accuratamente rilevata dallo Stato il qua·le ha oggi il compito di farla divenire operante per il mercato italiano. Ed è da aggiungere che, inserendo una· simile componente nello sviluppo economico e sociale italiano, noi daremo non soltanto al Mezzogiorno, ma a tutta la società italiana una base di progresso più sana e più durevole di quella attuale; ricordiamoci che nei Paesi che non hanno al loro interno il grave squilibrio di cui soffre il nostro Pa·ese, si manifestano oggi crescenti perplessità nei confronti di linee di sviJuppo troppo influenzate dall'indefinito accrescersi dei consumi indivi1 Per eliminare possibili equivoci va detto ubito che sarebbe assurdo definir e quest~ linea come una linea di contenimento dei consumi; da una semplice limitazione dei consumi che oggi hanno luogo nel nostro Paese non può eviden temente derivare il sorgere di un altro tipo di domanda. È chiaro, in altri termini, che un problema di controllo dei consumi può sorgere solo nell'ambito di una polit ica economica la quale garantisca che gli effetti propulsivi, oggi esercitati dall'esp ansione dei consumi, siano almeno in parte sostituiti dagli effetti propulsivi collegati ad una domanda che derivi da una più intenso formazione di capitale nelle regio ni arretrate. In altri termini, nella situazione odierna un rallentamento nel ritmo di espansione dei consumi, quando non fosse inserito in un ampio quadro di politica econo-• mica, avrebbe effetti depressivi; il problema non è quello di ridurre il ritmo di espansione dei consumi, ma è quello di aggiungere alla domanda effettiva di consumi una domanda effettiva di investimenti, avente priorità assoluta su og ni altra domanda addizionale. 65 Bibliotecaginobianco
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