Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

A questo riguardo non si puo non osservare che nelle società povere, così come nelle società comuniste, e come anche nelle correnti progressive dominanti del mondo occidentale fino <:).pirimi decenni di questo secolo, l'impulso più gra11de al progresso è dato dall'uomo che pone i suoi problemi come lavoratore o, quanto meno, come persona che suole lavorare e produrre nella società cui appartiene. Nelle società mature, o come ancl1e si dice oggi opulente, le correnti progressive sono invece soprattutto sollecitate da1l'uomo che, solidamente collocato nel suo posto di lavoro, si preoccupa, del resto giustamente, di ·migliorare la propria posizione di consumatore. La differenza tra i due tipi di stimoli al progresso è veramente molto grande; e l'antagonismo tra le due posizioni, ineliminabile sul piano mondiale, si presenta· evidente anche sul pia110 interno nostro; cioè l'azione nel Mezzogiorno deve superare, tra gli altri ostacoli, anche quello di scartare linee di azione che, stimolatrici del progresso del Nord, ritardano lo sviluppo del Sud. Il tripudio generale sollevato mesi or sono dalla· riduzione degli oneri fiscali sulla benzina potrebbe essere motivo di molte riflessioni a questo riguardo, ove ci si ponga dal punto di vista del1' orientamento da darsi ai 11ostri consumi e . alle priorità desiderabili nell'utilizzo delle risorse di cui dispone la comunità nazionale. Tocchiamo con ciò forse il punto più serio della: questione meridionale; noi constatiamo quanto· sia grave la incomunicabilità tra i due mondi di pensiero e di esperienze: quello del mondo che ha vissuto la fase della rivoluzione industriale iniziatasi nell'800 e chiusasi con la prima guerra mo11diale e quello del mondo rin1asto estraneo a quella rivoluzione. Quest'ultimo l1a potuto trovare la via del proprio sviluppo sociale ed economico solo attraverso una secessione totale: si è avuta prima la secessione dei Paesi comunisti, si è avuta poi quella che va ormai sotto il no1ne di decolonizzazione. Niente di simile possiamo immaginare evidentemente all'interno del nostro Paese; ma un fenomeno che rifletta questa distinzione deve certame11te aver luogo anche da noi, se vogliamo che lo sviluppo del Mezzogiorno sia un aspetto dello sviluppo economico italiano e non continui ad essere un sottoprodotto, sia pure importante, dello sviluppo del Centro-Nord: occorre cioè che si definiscano in modo più chiaro i termini e le condizioni del progresso del Mezzogiorno, e si stabilisca così quella· componente dello sviluppo economico italiano la cui mancanza è all"origine delle attuali nostre gravi difficoltà. Non è dunque tanto a una deficienza di istituti e di iniziative nella regione cui occorre porre riparo, ma· a 58 Bibliotecaginobianco

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