Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

• cune scadenze per la verifica della convenienza a pro1 seguire o meno· la politica della «convergenza)), con ciò facendo capire che i liberali potranno ri1nettere in discussione l'appoggio al governo Fanfani se quest'ultimo o gli altri partiti della coalizione abbandonera,nno, anche in tema di politica meridionalista, quella linea di « prudenza>> di cui la maggioranza, nel corso clel dibattito sulla Relazione Pastore -- secondo il leacler liberale -, avrebbe dato prova. Di fronte a manif estazio-ni co1 sÌ scoperte del Partito liberale di far valere ad ogni costo i punti cli vista degli ambienti della destra liberista su uno dei problemi-chiave dello sviluppo democratico del Paese, è possibile ancora illudersi, come fa la stampa ufficiosa, che si « può realizzare una politica di interventi e proniuovere le necessarie programmazioni nel Mezzogiorno, senza dover rinuriciare all'apporto dei liberali))? È giusto condividere I' opinione dei commentatori politici della grande stampa di informazione, i quali nei giorni scorsi si sono affannati a dimostrare clie proprio il dibattito sulla politica meridionalista avrebbe provato la disponibilità dei liberali, e la conseguente necessità della prese1iza di questi ultimi nella maggioranza, per una politica di grandi riforme che « portino più avanti il Paese>>? A no~ sembra clie il dibattito sulla Relazione Pastore lia dimostrato proprio l'OJJposto; e se è giusto parlare di un successo tattico dei liberali, ave nelo essi col loro atteggiamerito contribuito a far sì che si rinviasse ogrii clecisione circa gli orientamenti della politica meridionalista, è d'altra parte doveroso riconoscere che la mozione di compromesso votata l'8 febbraio clai partiti convergenti, a conclusione del clibattito, è stata clettata da una duplice preoccupazione: da quella avanzata dai repubblicani, i quali avevano fatto presente l'opportunità di un rinvio clella discussione a dopo che il governo avesse fatto conoscere le linee clel programma economico nazionale entro il quale verrà a collocarsi la politica meridionalistica; dall'altra, dei partiti << corivergenti >>, di non accentuare in questo momento il dissidio che divide le posizioni di centro-sinistra da quella liberale sui problemi di fondo della politica italiana. E questa seconda preoccupazione, vivissima i1i campo democristiano, ha prevalso riettamerite sulla prima: ciò che caratterizza la mozione di compromesso votata r 8 febbraio infatti è il riconoscimento clella necessità di aggiornare -una discussiorie che se condottaJ fino alle sue logiche conseguerize avrebbe dimostrato che fra le parti che comporigono l'attuale maggioranza parlamentare non può esservi « convergeriza >> sul piano della politica meridionalista. 4 Bibliotecaginobianco

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