propria capacità di giudicare? La storia non è la tavola pitagorica, non fa appello soltanto alla memoria, appunto perchè non dà mai cc verità » definitive: non solletica tutto ciò il suo orgoglio di quasi uomo? Passiamo ora all'inchiesta. Essa comprendeva due domande così fo1mulate: 1) « Ritiene che a soli sedici anni dalla fine della gt1erra sia opportuno l'insegnamento del periodo storico della Re.sistenza? Perchè? ». 2) cc Ritiene che l'attuale corpo insegnante della scuola italiana sia idoneo a trattare obbiettivamente detto periodo che esso nella gran maggioranza ha vissuto? ». La rivista non dice con quali criteri siano state scelte le persone designate a rispondere all'inchiesta, nè se tutte abbiano risposto. Prima di passare ad esaminare le risposte pubblicate, vogliamo soltanto aggiungere qualcosa a proposito del problema dell' cc obbiettività » degli insegnanti, che costitl1isce l'argomento della seconda domanda. Coloro cl1e negli ultimi anni hanno agitato il problema dell'insegnamento della storia 1919-1948 nelle nostre scuole medie non sj sono mai nascosta la possibilità che qualche insegnante, esponendo tali fatti storici, an_zichè usare il metodo critico d'insegnamento basato stilla discussione e sulla analisi, si comporti in modo fazioso distorcendo i fatti e impedendo che gli allievi prospettino altre soluzioni e interpretazioni dei medesimi fatti o addirittura correggano l' enl1nciazione dei fatti stessi, che in un eccesso di faziosità fossero alterati. Il pericolo esiste non soltanto perchè individui faziosi e poco equilibrati ce ne sono dappertutto, ma anche perchè simile deprecabile eventt1alità può essere favorita dallo spirito autoritario ancora prevalente in 110npoche sct1ole, ove vi sono professori che per comodità propria non consentono agli allievi di aprir bocca nè tanto meno di muovere obbiezioni, ed esigono in ogni caso la ripetizione mnemonica e inintelligente di ciò che han detto loro o dice il libro di testo: contraddicendo in tal modo allo spirito di ogni vera scuola, che non può essere cl1e scuola del dialogo, ove imparano tutti, alunni e professori. 11a è pur vero che la1 faziosità si può esercitare st1 qualunque argomento anche lontanissimo nel tempo. Già la storia del Risorgimento, intessuta di problemi in gran parte ancora attuali, si presta benissimo ad eventuali esercitazioni comiziesche all'alterazione dei fatti in vista di una finalità politica o sociale contemporanea, « a speculazioni propagandistiche di parte ». Ma anche la storia romana serve ottimamente: facendo trad11rre il cc De conjuratione Catilinae » il professore fazioso potrà far propaganda in favore dell'estrema destra, dipingendo Catilina e i catili11ari come esecrabili istigatori dell'odio di 'classe contro quella benemerita aristocrazia che aveva così saggiamente governato sino allora l'impero; come empi nemici della loro Patria, la Madre! perchè non se ne stavano contenti del paterno governo del Senato; come spinti alla ribellione unicamente dai loro vizi come sempre accade dei rivoluzionari ecc. Ma il medesimo testo si può prestare benissimo alla propaganda inversa: Catilina e i catilinari furono apostoli del riscatto del proletariato romano, vittime 48 Bibiiotecaginobianco
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