Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

se ne ha la prova in un celebre discorso pronunciato dal generale a Strasburgo nel 1946, poco dopo che i francesi votarono la Costituzione della Quarta, Costituzione - disse press'a poco il generale - approvata da nove milioni di cittadini, respinta da altri nove, e ignorata da altr i nove milioni, e che ciò nondimeno è stata applicata. La Quinta, a giudicare dai risultati del referendum costituzionaie del 29 settembre 1958, dovrebbe avere invece basi altrimenti solide, per cui i motivi della sua debolezza congenita sfuggono, a meno che non si tratti di una debolezza congenita, ma acquisita, nel qual caso le responsabilità non vanno cercate a lungo. Le avrebbe additate, sostengono alcuni, lo stess o generale nel discorso del 4 novembre 1960, quello che rimase celebre per aver contenuto il primo accenno ufficiale a una cc Repubblica algerina che presto o tardi esisterà forse », e nel quale si ebbe il primo a11nuncio di un referendum tale da permettere ai francesi di esprimere il loro parere su qualche cosa che, in quel mo1nento, non s'era capito bene che fosse. Quando più tardi lo scopo del referendum venne annunciato con le forme richieste dall'uso, lo si capì un po' meno - o un po' più , a seconda del punto di osservazione dal quale era possibile porsi. La risposta dei francesi alle due domande che venivano offerte al loro esame critico era in realtà inutile: da un lato perchè il parlamento aveva già risposto « si » in larga maggioranza alla prima (consistente n·el sapere se il governo avesse il diritto di offrire agli algerini il diritto di disporre di se stessi) e dall'altro perchè la seconda (or!lanizzazione de i pubblici poteri in Algeria), con un po' di elasticità nell'interrlretazione della Costituzione, poteva sembrare giuridicamente ammissibile e perchè, disponendo il governo di poteri speciali conferitigli dal Parlamento dopo la bufera delle « barricate » di Algeri, l'utilità dell'intervento del corpo elettorale sfuggiva persino agli osservatori meno prevenuti. Fu così che, mentre la destra andava gridando allo scandalo - « il referendum_ è illegale, anticostituzionale, illegittimo » - la sinistra sosteneva a spada tratta che non di un « referendum legislativo n si trattava, ma di un plebiscito attraverso il quale il generale avrebbe voluto rafforzare il proprio potere personale. Naturalmente, il Ministero delle Informazioni si affrettò a smentire entrambe queste affermazioni pubblicando fascicoli e pamphlets grazie ai quali si venne via via apprendendo che cosa fosse un referendum, quali fassero le forme possibili di quella consultazione popolare, quali i vantaggi di quel tipo di cc democrazia diretta » e, da· un ultimo, una circolare ciclostilata riservata alla stampa e contenente una serie di obiezioni raccolte spulciando la stampa stessa e alle quali, diligentemente, nella metà destra di ciascuna pagina si rispondeva. Colpì in particolare la risposta a quella secondo cui il referendum dell'8 gennaio era in pratica un plebiscito, cosa che veniva respinta decisamente e con tono cl1e non ammette repliche. Quest'ultimo fascicolo venne messo a disposizione dei giornalisti il 5 gennaio, e cioè la vigilia del terzo discorso pre-ref erendum del generale De Gaulle, grazie al quale i francesi vennero a sapere nella forma più ufficiale possibile che si trattava non tanto di rispondere alle due 33 Bibliotecaginobianco

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