mentre il leader liberale, avendo dovuto accettare il fatto compiuto delle giunte di centro-sinistra a: Milano, a Genova e a Firenze, ritornava sulla pregiudiziale Sicilia, il cc Corriere della Sera » inviava nell'isola Cesco Tomaselli, il solito Tomaselli che viene alla ribalta ogni volta che bisogna puntellare a destra: il governo regionale siciliano. Noi ci siamo occupati altre volte delle corrispondenze siciliane del Tomaselli; si tratta di quel giornalista (crediamo sia stato l'unico in Italia), che al tempo dello scandalo Santolco-Corrao, e delle penose e fortunose vicende che portarono alla formazione della giunta di Majorana della Nicchiara, affermò che in Sicilia i democristiani erano compatti e concordi e che i monarchici e i missini volevano salvare la democrazia e la libertà. Questa' volta il Tomaselli si affanna a dimostrare che l'apertura a sinistra in Sicilia sarebbe una sciagura nazionale. Il tono non è nuovo, nel quotidiano lombardo, e tutti abbiamo potuto leggere recentemente certe cronache allarmatissime a proposito dello sconqua·sso che avrebbe arrecato alla compagine nazionale la nomina del Prof. Cassinis a sindaco di Milano. Ma l'argomento è certo altrettanto umoristico, se non proprio singolare. Scrive il Tomaselli: cc Scomposta la Giunta dell' on. Majorana della Nicchiara appoggiata alle destre (otto voti del Movimento sociale italiano difficilmente sostituibili) non c'è che l'avventura a sinistra. È una prospettiva che lascia molto perplessi gli stessi progressisti della D.C.; ba·sisti, aclisti, sindacalisti, fanfaniani, perchè qui non siamo a Milano, siamo a Palermo, siamo in un pezzo d'Italia dove si va a trovare il commissario dello Stato come se fosse un ambasciatore accreditato al Palazzo dei Normanni: orrr se il Comune di Milano l1a un bilancio che supera di gran lunga quello della Regione siciliana, questa è pur sempre un agglomerato di nove provincie, ha un istituto autonomistico non ancora accordato alla Costituzione nazionale (che fu votata posteriormente), ha privilegi eccezionali rispetto alle regioni istituite e da istituire, infine un elettorato diverso dal resto d'Italia: bastj dire che ha due partiti democristiani, quello ortodosso e quello scismatico di Milazzo » . Non è difficile leggere fra' le righe che, per il massimo quotidiano lombardo, l'inferiorità politica del Mezzogiorno e della Sicilia è un fatto scontato e definitivo. Si può perfino sopportare - sembra suggerire - l'apertura a sinistra a Milano (e, perchè no, anche a Roma:, dal momento che a Roma la vogliono basisti, fanf aniani e sindacalisti), ma non in Sicilia, dove per fortuna a fare buona guardia non ci sono che le destre e i fascisti del Movimento sociale. Non ci meraviglia il Tomaselli; e ormai non ci meraviglia nemmeno che il quotidiano di Missiroli, spostandosi sempre più a destra perda per strada pure il gusto del sofisma: il « Corriere » ormai fa a gara per somigliare sempre di più a giornali reazionari come il « Tempo » e il « Borgese » : fra il Missiroli del cc Messaggero » e quello del cc Corriere » passa· la stessa differenza che passa fra Averroè e Panfilo Gentile. Quando si è fatta tanta strada sulla via della destra si possono mandare anch:e, in Sicilia, « inviati speciali » 31 Bibliotecaginobianco
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