Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

30 settembre 1938 ( e, già allora, poteva considerarsi superata dai tempi). Questa legge è ispirata: al principio della rotazione del personale sanitario negli ospedali: fatta eccezione per i primari, i quali hanno garantita la stabilità del posto fino al sessantacinquesimo anno di età gli altri medici debbono la·sciare il servizio in capo ad un determinato periodo di tempo (quattro anni, prorogabili di altri quattro, nel caso degli <e aiuti »; e due anni, prorogabili di altri due nel caso degli cc assistenti »). Ora, il criterio dell'avvicendamento poteva considerarsi valido cinquant'anni or sono; quando, cioè, 1 ospedale era soltanto un'istituzione benefica, che accoglieva un limitato numero di ammalati privi di mezzi, e rappresenta a, quindi, un'ottima palestra per quei giovani che avessero voluto cc farsi le ossa » prima di intraprendere l'esercizio di una libera attività professionale. Al giorno d'oggi, per contro, un sistema basato sulla rotazione dei medici costituisce un anacronismo nocivo. L'ospedale, intanto, ha cessato di essere uno strumento di carità, per diventare il centro vitale di una· organizzazione sanitaria modernamente intesa, posta a'l servizio della collettività. 111 secondo luogo, il crescente sviluppo del sistema pre ·idenziale ha praticamente precluso un'attività professionale privata, alla grande 1naggioranza' dei medicj italiani. L'applicazione del sisten1a previ to dalla legge Petragnani comporta, dunque, due consegu nze di ordine negativo: da· un lato, gli ospedali vengono privati dei loro medici, non appena questi si sono convenientemente impratichiti; dall'altro i sanitari così bellamente messi alla porta, non possono fare altro che ingrossare le fila della disoccupa·zione professionale. Così stando le cose, ai medici italiani si offre una sola alternativa: disertare gli ospedali (ed è cio che molti fanno), oppure trovare il modo di rimanervi illegalmente (ed è ciò che fanno altri, diventando veri e propri « fantasmi in camice bianco, in balìa dei capricci del loro primario, di cui si contendono i favori, che troppo spesso, per troppi di essi, sono l'unica speranza di fare carriera »)22 • A ciò si aggiunga il basso livello del trattamento economico riservato al personale medico degli ospedali (trattamento che può variare da istituto a istituto, non essendo regolato per legge) : assistenti ed aiuti percepiscono stipendi mensili non superiori alle 40 o 50 mila lire, che diventano 60 mila nel caso dei primari. A favore di questi ultimi, tut22 Sotto accusa i dittatori degli ospedali, « L'Espresso», 20 novembre 1960. 25 Bibliotecaginobianco

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