per una politica di riforme e sempre evitando di tradurre in concreta azione la loro disposjzione: in siffatte condizioni sarebbe f in troppo agevole pei comunisti attaccare senza misericordia il PSI, acc usandolo di un tradimento gratuito dell'unità della classe operaia, e den unciando . una politica fatua e senza conseguenze praticl1e ed una velleità di condizionamento della DC a cui non sarebbe seguito alcun risul tato concreto. Cosa potrebbero opporre i socialisti, cacciatisi per loro propria scelta in una situazione così ingrata, a tali accuse? E cosa potrebbe opporre la ma·ggioranza autonomista alle prevedibili critiche della sinistra sulla mancanza di prospettive politiche dei suoi disegn i? Insomma, sul l)roblema dei tempi dell'apertura a sinistra i soci alisti non possono assumere un atteggian1ento così rovinoso come q uello del differimento a tempi migliori e devono fare proprio lo schema d'azione comune a tutta· la sinistra democratica, laica e cattolica, la qu ale mira a forzare i tempi di una svolta, che s'è già registrata in talune importantissime amministrazioni co1nunali e che dovrà investire il governo del paese. Vi sono considerazioni strategiche e opportunità tattiche che consigliano tale schema d' azior e. Innanzi tutto v'è l'esige nza, non più a lungo differibile, di dare al paese una coerente direzione politica. Si è visto fin troppo bene nella discussione in Parlamento su l Mezzogiorno con1e i cc convergenti » divergano sostanzialmente e profondamente sui temi della politica meridionalistica·; e si è visto, altre sì, come ancora una volta la presenza dei liberali nelle fila della mag gioranza non ritarda, ma impedisce una seria pianificazione degli interve nti pl1bblici e privati nel Sud, una politica di sviluppo omogenea delle regioni meridionali. E d'altro canto tutti sembrano co11cordare nell' affe rn1azione cl1e le decisioni di politica meridionalistica costituiscono la tra ma fondamentale della generale politica economica. È evidente, dunque, che tali decisioni non possono essere rinviate al 1964; o vogliono i socialisti, ancora una volta, cl1e esse siano prese senza di loro? Inoltre, è noto a· tutti che la situazione politica italiana e i riallineamenti che si preparano nello schieramento dei partiti sono oggi ostacolati dalla· g rave minaccia di una soluzione extra-parlamentare ed extra-partitica di un' eventuale crisi di governo, dalla grave minaccia· di uno scioglimen to anticipato delle Camere. Ora, se questo è un dato negativo, poic hè il legittimo timore che ispira ad ognuno una tale ipotesi rallenta l'azione di tutti, è vero anche che una tale prospettiva' contribuisce a dividere la destra, separando l'ala moderata da quella che vagheggia soluzioni di regime. Il centro-sinistra laico e cattolico perderebbe, a no stro giu11 Bibliotecaginobianco
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