che quel vecchio mondo pub·efatto di miseria, di ignoranza e di pregiudizii non può resistere ma comprende, anche che ogni riforma, senza la riforma delle coscienze, è una operazione fallita o almeno destinata a fallire. A questa conclusione liberale in senso lato, Bufalari giunge toccando con mano la vacuità delle formule da manuale dell'assistente sociale che hanno costituito il vangelo tascabile della riforma, ma quello che interessa in sede critica - La Masseria è un romanzo non un trattato di sociologia nè un'inchiesta giornalistica - è il fatto che Bufalari ha saputo trasformare in simboli di uomini e cose questa situazione complessa in una rappresentazione corale dove ogni personaggio e ogni elemento (natura compresa) hanno la loro funzione ben . precisa. Un capolavoro, dunque? Non di certo, ma un libro che si stacca nettamente da tutti gli altri: un esempio soprattutto che dimostra chiaramente come anche intingendo la penna nella realtà quotidiana si può fare buona letteratura che per rappresentare un mondo paesano - la famosa cc civiltà contadina » teorizzata dai marxisti e dai seguaci di Levi - non è affatto necessario ricorrere al dialetto e alla retorica. Zi Gaetano, Zi Pietro, Assunto, le due masserie, il sindaco, il giovane notabile del luogo, Potenza sono personaggi e luoghi che hanno una loro autenticità nel lungo romanzo del giovane Bufalari che ha saputo dare un respiro epico alla Lucania e una dimensione umana a un dramma di tinte fosche. Qualcosa di nuovo dunque sul fronte della letteratura meridionalistica. Chiuso il capitolo della denuncia pura e semplice, Lunardi e Bufalari hanno aperto un'altra pagina della narrativa conten1poranea: una pagina in cui sociologia e poesia - i due opposti pericoli della letteratura meridionalistica - appaiono come elementi ben dosati e in perfetto equilibrio. Di quanti altri narratori del Sud si può oggi dire altrettanto? [A. S.] SrLONE- Il più recente romanzo di Ignazio Silane, La volpe e le ca1nelie (Mondadori 1960), ha un'origjne composita. L'idea - appena uno scorcio - apparve in una novella della raccolta cc Un viaggio a Parigi », inedita in Italia e ripudiata dallo scrittore, pubblicata nel '35 e '36 da editori di vari paesi. Poi, l'anno scorso, venne ripresa ed ampliata in un racconto, « La volpe », apparso su « Il Mondo » e che ora con un nuovo titolo e sviluppato ulteriormente è uscito in volume. Questa predisposizione di Silane a riprendere antichi spunti e riprodurli in una prospettiva più ampia gli è cc naturale e non programmatica », come lui stesso ha dichiarato nella prefazione ad una recentissima e aggiornata versione americana di << Fontamara » : « ... se fosse in mio potere di cambiare le leggi mercantili della società letteraria, mi piacerebbe trascorrere l'esistenza a scrivere e riscrivere sempre la stessa storja, nella speranza che così finirei forse col capirla e col farla capire ». In effetti Silone tiene moltissimo alla sua interna coerenza non solo mo118 Bibiiotecaginobianco
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