Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

ma stabilendo i punti programmatici irrinunciabili e disct1tendo coi partners eventuali: all'infuori di ciò v'è solo ideologismo astratto e tatticismo senza senso. E poicl1è non si può pensare che quelli degli autonomisti i quali insistono su queste cose siano ignari di t1na verità così elementare, si deve ritenere che il proposito di differire più in là nel ten1po la disponibilità per l'apertura a sinistra sia dettato da altre ragioni cl1e non da un giudizio sugli sviluppi futuri del processo politico oggi in atto: dalla preoccupazione, ad esempio, che una parte della maggioranza attuale del PSI sia pronta ad accordi troppo frettolosi con la Democra•zia Cristiana. Ma anche per tali preoccupazioni vale l' osservazione che si faceva prima: per impedire simili accordi è più logico ed utile stabilire delle condizioni politiche che delle scadenze cronologicl1e. E osserviamo ciò prescindendo dal fatto che ancora una volta abbiamo l'impressione di trovarci innanzi ad una· falsa preoccupazione, suggerita da un deteriore massimalismo di tipo moralistico. D'altra parte non v'è stregone socialista· il quale possa profetizzare con sicurezza, o anche solo con verosimiglianza, che all'indomani delle elezioni del 1963, la situazione sarà più matura per un governo di centro-sinistra di qt1anto possa esserlo, poniamo, tra sei mesi. Ed anzi, considerando le cose con spregiudicatezza, si è tentato di ritenere · il contrario. L'idea che dalle prossime elezioni politiche possa· uscire alterato nella sostanza (cioè nelle grandi cifre) il rapporto di forze attuale tra la Democrazia Cristiana ed il Partito Socialista è un'idea· che non ci sembra sostenuta da nessun ragionamento rigoroso. L'esperienza del passato ci ha mostrato come tutte le volte che la DC è sottoposta· agli attacchi concentrati da destra e da sinistra, non arriva già al limite della rottura, ma fa quadrato e resiste; quindi è vana ogni speranza che i prossimi anni possano creare una situazione interna di rottura e mettere il partito cattolico in crisi. I socialisti parvero sperare una cosa simile anche a1l'indomani del congresso di Napoli, ed anzi lo schema operativo deliberato in quel congresso era fondato proprio su tale ipotesi, che però i fatti successivi si sono preoccupati di mostrare sbagliata. In secondo luogo, portare la Democrazia Cristiana alle elezioni in condizioni tali che il suo elettorato debba fare un referendum pro o contro l'apertura a sinistra equivale a premiare la destra democristiana, la quale 1Jotrà agevolmente sviluppare la s·ua polemica contro le cc avventure » e i « sa'lti riel buio ». E finalmente come potrebbero i socialisti sperare di realizzare cospicui guadagni in quelle elezioni? Essi sarebbero restati immobili per tre anni, sempre affermando la loro cc disponibilità » 10 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==