cato; e ancora: cc In fondo in ogni scrittore c'è un moralista deluso e illuso insieme ». Due asserzioni che chiariscono assai bene l'animus di Lunardi, quelle sue indagini 1ninuziose e precise, senza pretese, dimesse nella forma esteriore ma non per questo da considerarsi opere n1inori. E anche qui, per riprendere il discorso generale, è un nuovo Sud quello che appare: un Sud ancora sfiduciato, dove al posto del notabile è subentrato il funzionario, in cui un silenzioso terremoto sociale ha messo in subbuglio le gerarchie stabilite da sempre. E quella « piccola borghesia intellettuale priva di coscienza rivoluzionaria » cui allude Crovi nel saggio vive in ogni pagina del diario di Lunardi, e con una forza tale che fa apparire sorprendente il dubbio in proposito dello stesso Crovi indeciso sul valore da riconoscere a questo Racconto di provincia immune da quel manicheismo culturale che il giovane saggista addebita alla maggior parte della letteratura meridionalistica. Tanto più che il racconto è pri ·o inoltre dei due difetti che Crovi giustamente denuncia nei narratori del Sud: la illustrazione della realtà e la eccessiva insistenza sul folklore. Diverso è il caso della Masseria di Giuseppe Bufalari, un romanzo-fiume, anche esso nuovo per molti aspetti, sia nell'ambito ristretto della letteratura meridionalistica sia nel quadro più generale della nostra narrativa contemporanea. Nato anche questo da un'esperienza autobiograficJ. - l'autore è un maestro elementare che per molti anni ha svolto le mansioni di assistente sociale in Lucania in una zona di riforma - il romanzo di Bufalari affronta più direttamente una realtà in movimento, una società in trasformazione: il Sud di fronte alla riforma. Come reagiscono gli uomini? Sono preparati a questo brusco passaggio da una civiltà preagricola (tale è l'economia di certe zone delle provincie di Matera e Potenza dove appunto si svolge l'azione) ad una civiltà industriale con un balzo di secoli? Bastano le macchine e i buoni propositi dei riformatori da tavolino? Che accade quando arrivano cc gli stranieri » di Roma e del Nord? Sono tutte domande che sinora erano state poste dai politici, dai sociologhi (ma quanti? pochi per la verità), dai giornalisti anche, mai dai narratori. E Bufalari in questa indagine è stato, in un certo senso, un pioniere. Per primo ha registrato in un romanzo a mezza strada fra invenzione e realtà ma con un chiaro intento documentaristico questo interrogativo ed ha risposto raccontando dei fatti, come si conviene a un narratore. Ecco nascere così questa epopea a rovescia: ecco il sangue, il terrore, i pregiudizi riprendere il sopravvento e cercare ancora una volta di tenere racchiusa quella società nel cerchio della magia e della superstizione; ecco i riti delìe fatture, delle stregonerie con cui si cerca di esorcizzare la propria casa dal cc male », il risorgere di antiche rivalità familiari (o meglio tribali), ed infine l'ordine nuovo stabilirsi nel vuoto di coscienze che hanno visto smantellare la vecchia realtà senza che nulla di comprensibile e di accettabile - tranne che la speranza dei più giovani - l'abbia saputo sostituire. Bufalari, che ha realmente vissuto questi drammi oscuri e mai raccontati, riesce a non essere cc manicheo » per dirla con Crovi. Comprende bene 117 Bibliotecaginobianco
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