Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

Come ha ben chiarito Alessandro Galante Garrone nell'Introduzione che precede il volume, questo della cc libertà liberatrice » è il concetto centrale che anima le pagine qui raccolte, dando loro intima vita e unità. Com' egli scrive, cc O1nodeo sentiva, e faceva sentire in molte sue pagine, che la vita dei popoli era complicata e depressa da un difetto nella circolazione dei beni economici, da sfrenati egoismi di ceti, da arretratezza di strutture sociali. La libertà avrebbe dovuto investire, col suo ritmo impetuoso, queste impalcature » (pag. XIX). In tale formula della « libertà liberatrice » si riassumeva, per Omodeo, il verbo politico d' un « rinnovato mazzinianesimo >>, eh' egli distingueva perciò tanto dal liberalismo quanto dal repubblicanesimo tradizionali, e che riteneva potesse prendere corpo nel Partito d'azione. In un articolo, pubblicato su cc L'Acropoli», scriveva: cc La realizzazione della libertà è indipendente da ogni contenuto economico, liberalistico o marxistico. Non è godimento di un bene accumulato, ma missione: la libertà coincide con l' espansione della libertà, con la liberazione di chi per violenza esterna o per interna debolezza non può fruirne. La libertà si regge solo espandendo la comunità dei liberi. Si oltrepassa il limite che Giuseppe Mazzini rinfacciava al liberalismo del suo secolo, il quale si ricapitolava nella formula: libertà per chi la possiede; si oltrepassano tutti i quietismi conservatori. La libertà per sussistere dev'essere ' libertà liberatrice ' ... La redenzione delle moltitudini nella vita civile, la larghezza d'appello, democratica, a tutti i ceti e a tutte le categorie, il ridestamento delle forze latenti, l'eliminazione della menzogna con·uttrice della monarchia pseudo costituzionale e la intensificazione dello spirito civico nella repubblica, sono gli aspetti in risalto di questo rinnovato mazzinianesimo » (pag. 243). Si avverte in queste parole un fervore etico ed una concitazione di tono, che sono caratteristiche, come si è detto, del1' atteggiamento politico dell'Omodeo, di manifesta derivazione mazziniana; atteggiamento che lo spingeva talvolta ad assumere posizioni di diffidenza o di intransigenza nei confronti di iniziative, che a lui parevano, come già avveniva al temperamento ombraso del Mazzini, suggerite da interessi conservatori, anche se rivolte a promuovere un'opera di allargamento o di conferma dei principii di libe1tà. Forse in ciò egli risentiva di quella stessa diffidenza che la democrazia quarantottesca, d'ispirazione religiosa per l'influenza del Lamennais, aveva avvertito nei confronti della regolamentazione giuridica; caratteristica, che pure lo stesso Omodeo aveva messo in luce in una sua succosa nota, riprodotta in questo volume, su Democrazia e coscienza giuridica. Non si potrebbe spiegare altrimenti come mai, trattando de Il concetto mazziniano di popolo, dopo avere riaffermato, contro la concezione del De Meis, l' esigenza popolare unitaria del Mazzini che voleva colmare il distacco politico fra i ceti superiori e gli inferiori, se ne usciva a dire: cc Invece i politici della Destra storica e i loro sucessori poco sentirono questo problema di unificazione dei due strati (superiore e inferi ore); anzi si giovarono spesso" della scissura per alterare lo spirito della libertà, con elezioni nei collegi 1neridionali in cui di libertà non c'era che una lontana ipocrisia; sfruttavano e sf1uttano tuttora la paura delle classi colte contro tutte le iniziative di trasformazione sociale, e di questi giorni (nel 1946) ricorrono al voto obbligatorio, che corrompe i principii stessi del liberalismo, perchè usa una massa inferiore al livello civico che la libertà esige, e voglion fare 111 Bibliotecaginobianco

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