• mo soltanto ricordare che noi non abbiamo mai taciuti e sottovalutati i problemi difficili di integrazione che l'emigrazione n1eridionale (ma sarebbe più giusto dire ogni emigrazione, qualunque sia la ragione o il paese di origine) pone nelle regioni di destinazione siano esse nel Nord Italia o in Francia, nel Belgio, o nella Germania. Che essa ponga dei problemi anche in Alto Adige, perciò, non ci stupisce; ci meraviglia invece che con singolare rovesciamento di prospettiva e di proporzioni si possa esser indotti a credere che essa giochi un ruolo fondamentale, anzi il principale nella questione alto-atesina. E qui veniamo a quello che ci sembra il secondo errore della lettera del nostro lettore di Brunico. Ancor prima ed accanto agli errori degli italiani, di origine meridionale o settentrionale che fossero, è sempre esistito un oltranzismo razzistico tirolese, come la storia non soltanto recente di queìla regione ci apprende; e non è un mistero che l'agitazione austriaca odierna per l'Alto Adige, la quale ha varcato negli ultimi mesi i limiti della ragionevolezza, è l'espressione di un risveglio germanico nazionalistico-razzistico. Non neghiamo che gli altoatesini di lingua tedesca siano sobri e solidi, ordinati, insofferenti dei metodi di una burocrazia che è diversa, e magari peggiore, rispetto alla efficiente e rimpianta burocrazia asburgica; ma neghiamo che essi siano dei democratici, della gente cioè che abbia assorbito i principi della civiltà liberale e della democrazia. La questione alto-atesina come normale questione di rapporti tra gruppi etnici diversi può anche avere avuto i suoi alti e bassi a causa della incomprensione reciproca, degli errori che hanno commesso gli italiani, e del riprovevole comportamento di molti meridionali; ma se è giunta al grado di tensione attuale non è a causa degli errori degli italiani, che pur ci sono stati, o dei meridionali ignoranti della lingua e irrispettosi dei valori etnici più gelosi del popolo di lingua tedesca che vive entro i confini del Brennero. Se Scalet, che conosce i luoghi e le persone, dà il suo giusto peso al razzismo alto-atesino e alle relative responsabilità, forse sarà disposto ad ammettere con noi che in fondo i peccati di « superbia » nazionalistica (responsabilità del fascismo a parte) dei pochi o molti meridionali che vivono in provincia di Bolzano forse sono soltanto peccati veniali, espressione comprensibile dello stato d>animo di chi è cosciente della propria condizione di « immigrato » in un ambiente che lo respinge come nemico. Per cui anche in questo caso hanno torto tutti coloro i quali, per il solo fatto di non essersi resi conto dei problemi creati dall' emigrazior:ie dei meridionali nelle regioni settentrionali del paese, giungono perfino ad addebitare agli ' immigrati ' la responsabilità delle complicazioni della politica estera italiana. Noi comunque saremmo disposti a discutere tutte le possibilità di autonomia per gli altotesini: fatta salda comunque, però, la libertà di insediamento dei « terroni » anche in Alto Adige. E come abbiamo sempre denunziato gli infantilismi politici e le malformazioni civili del nostro Mezzogiorno, laurismj, qualunquismi, neofascismi, sanfedismi, ecc., così non possiamo non riconoscere che, da un punto di vista democratico e liberale, non c> è nulla di più aberrante dell'esortazione a non contrarre matrimoni misti. F. C. 107 Bibliotecaginobianco
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