Si assiste così a un progressivo spopolamento e dei pastori e dello stesso bestiame: giovani e ragazze decisi ormai a rifiutare quella vita per un'altra, lungamente sognata, che pur avendo le sue amarezze, nondimeno li farà partecipi del mondo attuale e non di un tempo che sembra essersi ferr.oato. Ci si può chiedere a questo punto: che fare? La politica della montagna è andata avanti a spizzichi, o comunque senza tener conto, nei suoi piani, della particolarità di certe regioni e dell'urgenza di certi provvedimenti. Così le leggi, anche quelle buone, sono spesso giunte troppo tardi e si sono dimostrate insufficienti. Lo spòpolamento della montagna può essere anche un fatto positivo, ma deve essere regolato razionalmente. Per le malghe ad esempio c'è chi propone la loro progressiva trasformazione in boschi. E sarà anche una soluzione: ciò che importa, però, è che non si può lasciare questo compito unicamente al tempo; nè d'altra parte si può cercare di ovviare a questo abbandono con provvedimenti empirici, settoriali o soltanto tecnici, che non tengano conto di tutto il complesso problema carnico, e quindi di riflesso della stessa economia friulana. Solo armonizzando in un piàno organico tutte le trasformazioni più necessarie all'intera regione, con provvedimenti integrativi che tengano conto anche. dei fattori u1nani e ambientali, si può sperare di ottenere: 1) che lo spopolamento non avvenga a danno dell'economia locale; 2) che a farne le spese non continui a essere la povera gente, priva della possibilità obiettiva di autoadattarsi; 3) che non si risolva in un fallimento. Tuttavia, per quel che riguarda le malghe in particolare, un'altra soluzione potrebbe consistere nella radicale trasformazione della conduzione dei pascoli. Trasformazione che investa l'ammodernamento degli impianti, o per meglio dire la loro radicale sostituzione, delle attrezzature, dei manufatti, della viabilità; il loro raggruppamento in cooperative, l'ingrandimento della proprietà singola, l'istruzione e il miglioramento del trattamento dei pastori, il ripristino dei pascoli di fondovalle e la miglior valorizzazione dei prodotti caseari, secondo l'insegnamento dell'alpeggio svizzero più progredito. Nell'un caso o nell'altro tuttavia, le possibiHtà cl1e potrebbero derivare dalla costituzione del Friuli in regione autonoma riuscirebbe forse a dare qualche obiettiva speranza in una politica fattiva e intelligente in favore di questi problemi, come del resto di tanti altri. ALCIDE p AOLINI 103 Bibliotecaginobianco
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