alle mozioni unitarie ed agli abbracci retorici e co·nvenzionali; ma è altresì vero che qualcuno degli autonomisti l1a vagheggiato il progetto di una direzione comprensiva· di tutte le correnti e di qualche concessione che stemperasse il programma autonomista e rendesse fluttuante il confine a sinistra della corrente, per cercare di ampliarne il margine di maggioranza. E v'è chi dice, addirittura, che l'on. Lombardi vorrebbe a·ggirare a sinistra Ne1111i,e preparare le condizioni di quella « sforbiciatura alle ali )> che tentò già nel famoso congresso del febbraio 1946 del Partito d' Azio:pe, coi risultati che tutti sanno. E certo, cl1i legga le vite parallele che un settimanale co1nunista come « Vie Nuove» ha tracciato di Pietro Nenni e di Riccardo Lombardi (il primo, che sarebbe in qualche modo affetto dal « culto della personalità », IJrepotente e capriccioso e se1npre pronto ad imporre col suo prestigio i suoi opportunismi; il secondo, modesto, che si reca in filobus al Parlamento - o prische virtù dell' on. Pella ! -, che vuole, sì, sostituire il PSI al PCI nella direzione della classe operaia, ma resta purita11amente avverso ad ogni cedimento trasformistico verso la· Democrazia Cristiana); chi legga queste cose e ricordi gli amari attacchi di cui fu fatto segno lo stesso Lombardi dai comunisti ai tempi del congresso <li Napoli, allorchè ft1 presentato come l'elemento lJiÙ opportunistico della maggioranza· autonomista, non può non chiedersi il perchè di questa i11aspettata tenerezza comunista verso di lui. Comunque ciò sia, le concessioni tattiche alla sinistra in vista di un recupero trasformista sono t1n grave errore. La maggioranza autonomista non può pagare un l)rezzo politico, di chiarezza, cioè, 11ella definizione della propria piattaforma programmatica e di coerente azione politica nel realizzarla, per u11 lieve aumento di margine percentuale della sua prevalenza. Tanto lJÌÙ che nulla autorizza a pensare che siffatte concessioni opportunistiche porterebbero t1n tale aumento; e che sembra non del tutto destituito di fondamento, per contro, il timore di coloro i quali pensano che si1niH concessio11i creerebbero eqt1ivoci e confusioni all'interno della stessa corrente autonomista. Parimenti, sarebbe un errore dar vita, all'indomani della fine del congresso, ad una direzio11e non omogenea, ma rappresentativa di tutte le correnti. È facile prevedere infatti, che le minoranze si saprebbero avvalere della loro presenza in direzione per curare le loro posizioni cli potere 11elpartito coi 1neto<li cl1e già ~i illustrarono a· Venezia e per 1)aralizzare la vita dell'organo direttivo ed impedirgli di funzionare. l)ai documenti precongressuali che ciascuna corrente 11a preparato, e 8 Bibiiotecaginobianco
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