Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

nuove forme di produzioni. Viceversa queste premesse m_olto spesso non c:,erano e non ci sono, soprattutto nelle zone che avrebbero più bisogno di trasformare le colture e i metodi produttivi e commerciali. Si pone allora· il problema di chi deve organizzare e dirigere le cooperative; si pone il problema dell'i111prenditore della cooperativa. In certi paesi lo sviluppo delle cooperative è stato « spontaneo »; ma erano paesi in cui, per varie vicende, nell'agricoltura avevano già avuto luogo trasforma•zioni strutturali e miglioramenti produttivi: la situazione economica e, direi, umana era favorevole ad uno sviluppo spo11taneo delle cooperative. Ma questo è avvenuto in certi paesi e non in certi altri. In altri paesi il principio della cooperazione è stato applicato in termini a·ddirittura opposti: in Russia e in Cina, per esempio, la cooperazione è stata organizzata e diretta dal centro; ma questa, a rigore, non è più cooperazione. Ora si tratta di vedere quale forma organizzativa può essere adatta al Mezzogiorno ed alla Sicilia; io ritengo cl1e non può essere nè il primo 11èil secondo tipo di cooperazio11e,nè quella « spontanea » nè quella di tipo cinese o n1ilitaresco (che pur ha avuto e sta avendo in Cina, un'efficacia molto notevole, perchè~ a parte la questione dei sacrifici urr1ani, è riuscita a·d inserire t1n prin · cipjo organizzativo in un'agricoltura cl1e era miserabile e molto frammentata, che era in condizioni di arretratezza ben più gravi di quelle dell'agricoltura siciliana). Si tratta, per noi, di trovare una forma intermedia e di trovare il modo di addestrare e d'inserire sistematicamente i dirigenti in gruppi di piccole aziende riuniti in cooperativa. Ci sono consorzi fra proprietari, come i consorzi di bonifica, che hanno carattere obbligatorio quando ricorrono certe condizioni. Credo che occorra pensare a cooperative fra coltivatori (proprietari e non), che in certe condizioni dovrebbero essere, per legge, obbligatorie; nel tempo stesso, occorre pensare all'organizzatore-dirigente. Problema del Petrolio. Non mi soffermo sulle conseguenze cui ha dato luogo la scoperta del petrolio: ciò è stato oggetto di studi già pubblicati. Desidero piuttosto porre i11 discussione il problema dell'utilizzazione locale del petrolio. Si tratta di un problema di fondo, che il dott. Di Giacomo ha già richiamato nella sua ampia relazione. Finora questa utilizzazione è stata modesta. È noto che circa 1/6 della produzione attuale è usata dalla società A.B.C.D. per usi industriali nel Ragusano: questo è un fatto che, in quanto economista, io considero molto positivo. Ma per il grosso della produzione il problema si 98 Bibiiotecagi nobianco

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