Al fondamento delle trasformazioni colturali c'è stata l'acqua che ha consentito l'espansione relativa delle produzioni cc ricche », l' aumento delle giornate lavorative complessive e la diminuzione della sottoccupazione agraria (l'occupazione in agricoltura tuttavia, è bene rileva'flo, è diminuita). Sulla questione dell'acqua vi parlerà domani, a lungo, il prof. Scrofani ed io mi auguro che possa venir fuori l'esigenza di una ulteriore massiccia espansione delle sistemazioni irrigue, in modo da imporre una presa di posizione specifica. Ritengo che l'acqua· sia uno dei problemi fondamentali per lo sviluppo ragusano non solo per le trasformazioni colturali dell'agricoltura, ma anche per gli altri usi, - acqua potabile e acqu~ per usi industriali (l'industria ha molto bisogno di acqua). Sul problema dell'acqua vorrei ricl1iamare quello che dicev dianzi sull'iniziativa privata nel campo industriale. L'esperienza mostra che non basta pensare alla disponibjlità di acqua, partendo dall'ipotesi implicita che gli agricoltori sanno come utilizzarla. Questo può esser vero in quelle zone che l1an110già alle spalle u11processo di sviluppo. Può accadere, e nel Mezzogiorno purtroppo è accaduto spesso, che l'acqua, resa tecnicamente disponibile non è stata poi utilizzata. Può accadere che ii1 piccolissime aziende, cl1iuse da tempo immemorabile nel cerchio della misera economia cerealicola, con redditi bassi e prezzi relativi stazionari, o perfino decrescenti, non vi sia', nei contadini, la capacità tecnica ed organizzativa per trarre profitto dall'acqua. Questa constatazione pone il problema di come coordinare, di come raggruppare questi piccoli fo11di, per promuovere un'utilizzazione effettiva dell'acqua ed un miglioramento sistematico dei metodi produttivi e commerciali. Questo è il problema fondamentale delragricoltura meridionale ed anche siciliana: quale può essere il principio organizzativo che consenta di rompere il cercl1io del rista·gno economico e tecnico che si perpetua nelle zone asciutte. Per diversi decenni, diversi meridionalisti hanno pensato che questo principio potesse essere la cooperazione; e sulla cooperazione ascolteremo un'interessante relazione. Senonchè, numerose sono state le delusioni nel Mezzogiorno, nel campo della cooperazione. Perchè? Nelle leggi e negli interventi in favore della coopera·zione - per altro frammentari e disorganici - si partiva implicitamente dal principio che, dando aiuti e incentivi, esistesse una molla pronta a scattare, ci fosse la capacita di organizzazione e di direzione, ci fossero dirigenti potenziali, pronti ad avvantaggiarsi di quegli aiuti per organizzare 97 Bibiiotecaginobianco
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