Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

però che questa « tra·gica co11traddizione » rappresenti un dato permanente che non può essere eliminato e nemmeno corretto. Ancl1e della malaria si è creduto che fosse un dato permanente e ineliminabile della realtà meridionale! Del resto Rossi Daria non afferma affatto, come afferma Ricciardetto, che si devono deporre tutte le speranze - perchè tanto cc l'at1mento della popolazione si mangia tutto » - e che cc bastano poche notti ai contadini del Mezzogiorno per vuotare la Cassa per il 11ezzogiorno ». La seconda parte della citazione di Rossi Daria addotta da Ricciar - detto contro la mia affermazione è infatti questa: cc oggi che i benefici dell'emigrazione, seppur non del tutto scomparsi, ha11no perso il peso di un tempo, e che l'incremento della popolazione, esaltato dall'ulteriore sensibilissi1na dimint1zione degli indici di mortalità, ha ripreso a far sentire le sue paurose conseguenze, la qt1estione deve essere nuovàmente affrontata ». È inutile quindi che Guerriero mi chieda perentoriamente se accetto o respingo gli insegnamenti di Rossi Doria circa il peso del fattore den1ografìco sulle strutture dell'agricoltura meridionale. Io li accetto e li interpreto in base a ciò che è avvenuto nei 10 anni cl1e sono trascorsi <lal giorno in cui Rossi Doria ha tenuto la lezione che poi è stata pubblicata nel volume citato da Ricciardetto: 1) i benefici dell'emigrazione, verso destinazioni cisalpine e transalpine, hanno riacquistato un grande peso, t1n peso del qt1ale si può dire perfino che è paragonabile a qt1ello dell'emigrazione di u11tempo, diretta verso destinazio11i tra11soceaniche; 2) la diminuzione degli i11dici di mortalità è stata accompagnata da una significativa tendenza alla dimi11t1zione degli indici di natalità; 3) si è delineata sempre più chiaramente la possibilità di una trasformazione radicale di talu11e zone del ìvf ezzogiorno (la cc polpa »), le quali, a causa della malaria, fino a 20 anni or sono non erano 11eanche abitabili, mentre oggi sono diventate non solo abitabili, ma anche irrigabili e industrializzabili, e qt1indi ricettive rispetto ai movimenti di popolazione inter11i al Mezzogiorno. Tutte queste cose peraltro io ho avuto la possibilità di seguirle quasi giorno per giorno durante qt1esti anni proprio perchè mi onoro di avere quasi quotidiani scambi di idee con Rossi Doria. Considerazioni analoghe valgono naturalmente anche per la citazione di Vocl1ting (il cui libro è del 1951) cl1e Ricciardetto adduce 11ella sua cc memoria » del 18 dicembre per dedt1rne che lui si trova in cc buona compagnia >>, con Vochting oltre che con Rossi Doria, dato che entrambi questi stt1diosi affermano che l'eccesso di popolazione è cc il male, il grande male del Mezzogiorno ». Ma qt1i non si tratta di negare la validità di t1na considerazio11e così ovvia; si tratta di definire per quella che è la semplicistica deduzio11e cui, nella « memoria » del 25 settembre, si è lasciato andare Ricciardetto. Non è infatti « qt1alunquistico » affermare cl1e l'eccesso di popolazione è « il grande male del Mezzogiorno », 1na è qualunqt1istico, e anche insensato, dedurne che « l'aumento della popolazione si mangia tutto e alla fine ci si trova dieci passi indietro », onde a nulla serve quel « passo avanti » che il Mezzogiorno può avere 82 Bibiiotecaginobianco

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