Nord e Sud - anno VIII - n. 13 - gennaio 1961

dita e che soprattutto prescinde da quanto sul fihn di Visconti e sulle polemiche che esso ha suscitato si è scritto finora in Italia su quotidiani, riviste di cultura e riviste specializzate. Eviterò di proposito ogni polemica con Frosini, e non tanto perchè la mia valutazione complessiva diverge diametralmente dalla sua, quanto perchè il punto di partenza stesso della mja valutazione è affatto diverso. Con la famiglia· Parodi, Visconti è arrivato a Milano in una serata livida di inverno. La sua intenzione se di intenzione si può parlare in questo caso, era visibilmente quella di seguire i giorni di una famiglia 1neridionale, in specie lucana, in una grande metropoli del Nord, nel film Milano. Al centro degli interessi di Visconti era dunque il problema clelle migrazioni interne, con tutte le sue implicazioni di ordine spirituale e materiale. Il contrasto tra il Sud e il Nord, il passaggio dalla campagna alla città, il divario tra una mentalità legata ancora a vecchie strutture patriarcali e u11costume nato da una società assai più articolata e entro certi limiti anche molto più mobile, e, si potrebbe anche aggiungere, tra i miti solari del mezzogiorno ( cc il nostro è il paese degli arcobaleni ») e l'organizzazione disincantata di una città industriale e moderna. Un malinteso realis1no ci avrebbe probabiln1ente fatto assistere a qualcuna di queste giornate tipo degli immigrati. Avremmo forse visto le lunghe peregrinazioni alla ricerca di un alloggio, avremmo accompagnato qualcuno dei giovani protagonisti negli uffici di collocamento, avren1mo assistito ai rifiuti e ai dinieghi della burocrazia, per non esser gli immigrati certamente in regola con tutte le assurde norme cl1e ancor oggi disciplinano qt1esto « traffico u1nar10 interno », avremmo pazientemente atteso in qualche anticamera di qt1esto o quel direttore di grande indt1stria insieme con qualcuno dei Parondi, avremmo avuto alla fine dina11zi agli occhi un quadro probabilmente abbastanza obbiettivo di qt1esta realtà italiana, che malgrado gli appassionati interventi di molti settori dell'opinione pubblica più qualificata e sensibile, persiste ancora i11soluta perchè ancorata a vecchi e sorpassati schemi. Non così Visco11ti. Con i Parondi in quella serata piovigginosa è giunto, infatti, a Milano qualcuno cl1e soprattutto voleva guardar dentro le anime loro, nel viluppo dei loro sentimenti contrastanti, nella secolare assuefazione alla miseria ed all'umiliazione (mi hanno chiamato cc signora » - dirà la marnma Parondi - mi hanno chjamato cc signora » e tt1tto per rispetto ai figli miei, cc signora » in una grande città), voleva scrutare le loro reazioni e guardare come essi avrebbero affrontato la nuova realtà che si dispiegava impietosa dinanzi a loro. Fin dall'avvio è sull'egoismo e sulla mancanza di pietas che Visconti pone l'accento. Nessuno attende la carovana dei Parondi sul marciapiede o in fondo alle scale della stazione; il fratello cittadino sta festeggiando il suo fidanzamento; su questa cerimonia famigliare piom.ba quasi inattesa la famiglia Parondi e il suo arrivo dà luogo al dispiegarsi violento degli egoismi famigliari sull'equivoco di una digi1ità sempre da difendersi in prima linea, perchè sempre costantemente insidiata (un cenno alla tematica di Alvaro?). Nè l'esperienza milanese varrà del tutto a Bibiiotecaginobianco

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